La rivolta delle mamme dei cervelli in fuga parte dal Sud

Giovani | 30 marzo 2018
Condividi su WhatsApp Twitter

 Partivano i bastimenti. Uomini e donne aggrappati ai loro fagotti. Immagini che speravamo confinate nelle pagine dei libri e nelle sceneggiature dei film strappa lacrime. Migliaia di giovani meridionali continuano a ripartire. Trascinano buffi trolley e si imbarcano su voli low cost. Agognano civiltà e dignità europee. Strappano smunti contratti di tirocinio in eleganti studi professionali. Compilano ineffabili curriculum. Inanellano master e corsi universitari prestigiosissimi e costosi. Conquistano, a fatica, ricoveri di fortuna negli appartamenti delle metropoli. Svuotano di significato un Sud del Mediterraneo fiaccato mortalmente.

Le regioni meridionali continuano a patire questa lenta ma inesorabile emorragia di giovani alla ricerca disperata di una occupazione stabile nel Nord Italia. A dirlo il rapporto Svimez che certifica una situazione ormai incancrenita.  Considerato il saldo migratorio negativo dell’ultimo quindicennio, una perdita di circa 200 mila laureati meridionali, e moltiplicata questa cifra per il costo medio a sostenere un percorso di istruzione terziaria, la perdita netta in termini finanziari del Sud ammonterebbe a circa 30 miliardi di euro. Si tratta di quasi 2 punti di PIL nazionale, una stima “minima” che non considera molte altre conseguenze economiche negative ma che dà la dimensione di un fenomeno che pesa sul Mezzogiorno anche in termini di trasferimento di risorse finanziare verso le aree più sviluppate, e che andrebbe considerato nella letteratura sui trasferimenti finanziari interregionali, senza contare gli effetti indiretti di guadagno per il Centro-Nord in termini di competitività e di produttività del trasferimento di forza lavoro qualificata. Effetti e riflessi in sintesi, della fuga dei cervelli.

I dati degli ultimi 15 anni. Negli ultimi quindici anni, la popolazione meridionale è cresciuta di soli 264 mila abitanti a fronte dei 3 milioni e 329 mila nel Centro-Nord; nello stesso periodo la popolazione autoctona del Sud è diminuita di 393 mila unità mentre è cresciuta di 274 mila nel Nord. Nel Sud il saldo migratorio totale continua ad essere negativo e a ampliarsi ulteriormente, passando da -20 mila del 2015 a -27,8 mila del 2016 e tra le regioni meridionali, vi è un saldo migratorio totale fortemente negativo in Sicilia, che perde 9.300 residenti (-1,8 per mille), in Campania (-9,1 mila residenti, per un tasso migratorio netto di – 1,6 per mille) e in Puglia (-6.900 residenti, per un tasso migratorio netto pari a -1,7). Secondo Svimez, è stato il risveglio delle attività produttive nel Centro-Nord a stimolare la ripresa del pendolarismo nel Mezzogiorno.

Questo il paradigma dell’ennesima beffa marxiana. Giovani trasformati, come da previsione ottocentesca, da operai massa in operai sociali. Truffa capitalistica che trasforma, inconsapevolmente, genitori e figli in carne da cannone. Cervelli in fuga e genitori disperanti. La grande illusione fatta sistema.

Nasce l’associazione “Mamme dei cervelli in fuga” e promuove un’interessante iniziativa. La prima indagine statistica sui costi effettivi del fenomeno ormai inarrestabile.

Quanto costa essere genitori a distanza. Questo il quesito rivolto. L’associazione ha diffuso un questionario che è stato pubblicato sui social e su tutte le piattaforme pubbliche.

Il questionario è pubblicato sul sito dell’asssociazione: mammedicervellinfuga.com.

Secondo le parole di Maddalena Tirabassi, direttrice del Centro Altreitalie: «per quasi un secolo l’economia italiana si è avvalsa delle rimesse dei suoi emigrati. Con la ripresa massiccia delle migrazioni nell’ultimo decennio, che ha visto spostare la residenza all’estero a oltre 780.000 cittadini italiani di cui un terzo in possesso di laurea e più del il 51% con un’età tra i 15 e i 39 anni, la situazione pare essersi rovesciata: l’anno scorso Confindustria rilevava che la fuga dei cervelli all’estero fa perdere all’Italia, in termini di capitale umano, circa 14 miliardi all’anno, pari a 1 punto percentuale di Pil».

Come sostiene Brunella Rallo, sociologa e fondatrice del blog mammedicervellinfuga.com: «essere genitori a distanza ha un forte impatto affettivo, per i ragazzi che partono, ma soprattutto per le famiglie che restano – a giudicare anche da molti post raccolti da mammedicervellinfuga.com. Ma anche il costo economico di un figlio che lascia l’Italia per andare a cercare la sua strada all’estero (o in una diversa località italiana) è spesso molto oneroso per la famiglia e implica sovente importanti trasferimenti di denaro».

Il Centro Altreitalie, in collaborazione con mammedicervellinfuga.com, attraverso l’indagine sui costi delle nuove migrazioni italiane per le famiglie, si appresta a tracciare i contorni e le dimensioni di questo fenomeno che riguarda sempre di più i giovani – e i meno giovani – del nostro Paese e le loro famiglie per cercare di fornire risposte che possano essere di aiuto ai genitori, ai figli, ma anche alle istituzioni.

Com’è noto, l’emigrazione contemporanea di cittadini italiani non riguarda solo le famiglie, ma ha riflessi importanti su tutto il Paese. Alle spese necessarie per il trasferimento si aggiunge la perdita netta per lo Stato del costo sostenuto per l’istruzione di giovani, spesso laureati, che mettono a frutto all’estero la formazione acquisita in Italia.

Il questionario on line – in due versioni, una per chi ha figli all’estero e una per chi ha figli in altre regioni italiane – composto da una sessantina di domande, si propone di identificare e quantificare le diverse tipologie di spesa – dalla retta del college/università, all’affitto, dalle spese mediche, ai viaggi da e per il luogo di origine – nonché il contributo globale che la famiglia fornisce ai figli lontani. Si cercherà altresì di capire il livello di autonomia economica dei nuovi migranti: da quelli che vanno via per studiare a quelli che si sono stabiliti nel nuovo Paese di residenza, spesso mettendo su famiglia, fino a coloro i quali contribuiscono al sostentamento dei parenti in Italia attraverso le rimesse.



mammedicervellinfuga.com, nato nell’autunno 2016, è il primo sito italiano dedicato alle famiglie dei giovani che, per studio o per lavoro, hanno scelto di andare a vivere altrove. Il sito include contenuti originali prodotti dalla redazione e mette a disposizione, anche sui social, una piattaforma aperta a racconti, opinioni, scambio di esperienze, consigli e aiuto reciproco tra le famiglie. mammedicervellinfuga.com promuove e partecipa a iniziative di studio e indagine sul fenomeno delle nuove mobilità italiane.


Il Centro Altreitalie opera nel campo della ricerca relativa ai movimenti migratori italiani nel passato e nel presente. Pubblica la rivista semestrale Altreitalie Rivista internazionale sulle migrazioni italiane nel mondo e la collana omonima. Il Centro collabora con i principali enti italiani e internazionali attraverso pubblicazioni e la partecipazione e l’organizzazione di convegni, mostre, esposizioni museali. Le attività̀ si rivolgono a un pubblico internazionale composto da studiosi, ricercatori, giornalisti, enti locali interessato alle tematiche relative alle mobilità vecchie e nuove.

 di Concetto Prestifilippo

Ultimi articoli

« Articoli precedenti