Rubrica



Iniziativa dei liceali di Palma di Montechiaro

Sono rimasto veramente colpito e mi  sono emozionato quando ho appreso  dell’iniziativa portata avanti da un gruppo di alunni del Liceo Scientifico Statale G. B. Odierna” di Palma di Montechiaro (AG), che hanno raccolto un modica cifra per destinarla al Centro Studi “Pio La Torre” di Palermo.

Salvatore Montaperto

Le colpe di Renzi sull'articolo 18

Il presidente del Consiglio ha usato la sua enorme capacità comunicativa per convincere gli italiani di voler modificare una situazione ferma da oltre vent'anni e  portare avanti una  battaglia di rinnovamento contro le lobbies che frenano il paese ed impediscono la fuoriuscita dalla crisi.I diritti vanno rinnovati ed adattati ai cambiamenti intervenuti nel mondo produttivo ma non possono essere cancellati.  Le riforme da fare sono ben altre.

Franco Garufi

Le modifiche dell'articolo 18 e il ruolo del sindacato

Il dibattito sul “Jobs act” rischia di concentrarsi sull’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, come se fosse in gioco la garanzia contro le possibili discriminazioni nei confronti dei lavoratori. Ma incidere sui rapporti di lavoro non basta a determinare la ripresa. Moltissimi paesi hanno puntato su di un bassissimo costo della manodopera senza risultati accettabili. Il costo della risorsa umana e di tutti gli altri fattori di produzione va messo in rapporto alla merce od al servizio d’alta qualità che vogliamo proporre.


Giuseppe Ardizzone

Così Renzi può rilanciare la lotta alla mafia in Europa

Sulla presidenza italiana ricade la grande responsabilità di concordare nell’agenda politica dell’Ue i tempi di attuazione delle risoluzioni, deliberate al termine della settima legislatura, sugli indirizzi di contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione e al riciclaggio. Le risoluzioni del 2011 e del 2013, la proposta di regolamento del Consiglio di una procura europea, la direttiva del febbraio 2014 sul congelamento, sequestro e confisca dei proventi da reato, dovranno essere approfondite, affinate e attuate attraverso direttive e regolamenti specifici europei e atti legislativi nazionali.

Vito Lo Monaco

La riforma dell’intervento europeo in Sicilia

L’azione di rimodulazione e riprogrammazione avviata dal Comitato di sorveglianza del Por Fse nei giorni scorsi fa ben sperare sul recupero di somme che altrimenti sarebbero andate perse ma pone alcuni interrogativi sulle priorità individuate a scapito di programmi lasciati quasi cadere. Ecco cosa cambierà e dove


Franco Garufi

Le trivelle impossibili nel mare di Sicilia

Con il decreto “Cresci Italia” è stata rilanciata la ricerca del petrolio nelle acque italiane, permettendo anche a coloro che erano stati bloccati, a seguito del devastante incidente BP del Golfo del Messico (2010), di riavviare le attività di prospezione e di ricerca in mare mettendo a serio rischio le aree marine protette,  i parchi sommersi e i litorali di particolare valore per la biodiversità del nostro paese. Le aree prese maggiormente di mira sono, oltre al canale di Sicilia, l’Abruzzo, la Puglie e le Marche.  Eppure l’Italia è tra i firmatari della “Dichiarazione di Istanbul” (2013), che impegna gli stati a tutelare il Mediterraneo.

Aurelio Angelini

Un giardino nel nome di Nicolò Azoti

Palermo ricorda il capolega ucciso dalla mafia di Baucina nel 1946, fu uno dei tanti dirigenti politici caduti in quella fase storica del dopoguerra che vide la nascita del movimento contadino che avrebbe cambiato il volto della Sicilia e del Paese. Ma, come tante altre vittime politiche di mafia, per cinquantanni non fu mai ricordato pubblicamente

Vito Lo Monaco

Perché l’economia criminale non può entrare nel Pil

L’inclusione dell’economia criminale all’interno del Pil avrebbe un senso “economico” solo se l’Europa intendesse legalizzare quel tipo di attività. Così, invece, rappresenta solo una fonte di errori statistici incommensurabili. I concetti di “domanda di mercato” e “comune accordo tra le parti”.

Marcello Esposito

Governo e opposizione ignorano i drammi della Sicilia

La violenta crisi economica che da anni affligge l’isola ha decimato anche le imprese agro-zootecniche che operavano nella aree svantaggiate, le campagne dell’Isola si spopolano di uomini e animali. E mentre la politica si aggroviglia su sterili questioni di principio, l’Unione Europea minaccia di revocare i fondi assegnati per mancato utilizzo.


La crisi dei comuni siciliani

Pur avendo visto crescere in questi ultimi anni i poteri funzionali e organizzativi, gli enti locali  sono sempre meno presenti nella vita della  comunità e non riescono spesso ad assolvere bene i compiti istituzionali. Soprattutto appaiono condizionati sul piano finanziario anche per le difficoltà di mantenere un'organizzazione divenuta oggi pesante per la crescente riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione e per l’incidenza dei vincoli derivanti dal patto di stabilità.

Diego Lana

La dittatura delle discariche in Sicilia

In questi giorni vengono presentati in Regione i Piani di ARO, tantissimi privi dei minimi requisiti tecnici e di previsioni economiche attendibili. In base a questi piani si instaureranno nuovi rapporti giuridici (società municipalizzate e/o gestori privati), che comprometteranno la possibilità di ridare un governo efficiente e unitario dei rifiuti, precondizione per poter chiudere il cerchio organizzativo ed economico del riciclo. Senza un sistema unitario e un’impiantistica a servizio della raccolta differenziata, ancora una volta, come nel gioco dell’oca, si ritornerà al punto di partenza: la discarica.

Aurelio Angelini

Le promesse romane che non passano lo Stretto

Mentre la politica siciliana corre velocemente verso l'auto dissoluzione e si appassiona solo di piano giovani e di rimpasto rotolandosi nella propria inconcludenza, Renzi annuncia un piano straordinario di interventi che in Sicilia forse non riuscirà ad arrivare. Certamente non arriverà un euro aggiuntivo per le grandi opere infrastrutturali

Franco Garufi