Rubrica
Usque tandem abutere?

Gemma Contin
La crisi politica è crisi di sistema
Il recente voto per il rinnovo delle Camere ha messo in luce tutta l’insofferenza sociale verso l’attuale modello di sviluppo, i partiti e il funzionamento delle istituzioni. La priorità: sventare il pericolo di un nuovo populismo autoritario che sostituisca quello berlusconiano.Politica | Vito Lo Monaco
Donne che uccidono i figli
Nell’Italia del femminicidio, dell’omofobia, delle bulle che pestano la compagna di colore urlandole «negra», le storie di donne che uccidono i figli alla nascita o li abbandonano per strada o in un cassonetto vengono accolte con fuggevole orrore e virtuoso sdegno. Ogni volta, capita che qualcuno ricordi che una legge consente alla madre di partorire in sicurezza in ospedale e di non riconoscere il figlio. E’ una delle tante buone leggi italiane che suonano così dolci alla coscienza e restano ignote ai più, soprattutto alle donne immigrate che più avrebbero bisogno di conoscerle.Bianca Stancanelli
La forza di un governo antimafia
Sedici milioni di elettori hanno votato diversamente dalle precedenti elezioni. È il puro dato matematico messo in evidenza dagli analisti dei flussi elettorali che indica l’entità degli spostamenti degli orientamenti elettorali degli italiani. I maggiori beneficiari dello spostamento elettorale sono stati le liste M5S con la loro radicalità frammista a pulsioni antisistema (vedi le dichiarazioni contro i sindacati, la democrazia rappresentativa ecc.).Vito Lo Monaco
Trent'anni di marcia contro la mafia
Come trent'anni fa, genitori e studenti, nonni e nipoti, sindaci, sacerdoti, si sono dati appuntamento a Bagheria, davanti alla scuola Cirincione, per marciare fino a Casteldaccia e ribadire il proprio «no» alla mafia. Massiccia la partecipazione di studenti e volontari: 14 le scuole di Bagheria presenti, due quelle di Casteldaccia e altre sono arrivate da PalermoVito Lo Monaco
In marcia contro la mafia nel triangolo della morte
Come trent'anni fa, genitori e studenti, nonni e nipoti, sindaci, sacerdoti, si sono dati oggi appuntamento a Bagheria, davanti alla scuola Cirincione, per marciare fino a Casteldaccia e ribadire il proprio «no» alla mafia. Massiccia la partecipazione di studenti e volontari: 14 le scuole di Bagheria presenti, due quelle di Casteldaccia e altre sono arrivate da PalermoIl cardinale Romeo: in marcia contro la mafia
Messaggio inviato in occasione della riedizione della marcia antimafia che si terrà il 26 febbraio da Bagheria a Casteldaccia, come trent'anni fa, nel Triangolo della morte. Una posizione netta, sul solco della testimonianza di papa Giovanni Paolo II e del martirio di don Pino Puglisi, il sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993.Contro la mafia nel triangolo della morte
26 febbraio 1983-26 febbraio 2013, trent’anni dalla prima marcia popolare antimafia. “Il futuro della mafia siamo noi”, grideranno i giovani di Bagheria e Casteldaccia. “La sua scomparsa dalla storia del paese dipenderà da noi”. Il 26 febbraio di trent’anni fa la Sicilia e il Paese videro la prima marcia popolare contro la mafia, da Bagheria a Casteldaccia nel “Triangolo della morte”. Fu l’inizio di una rivolta morale e civile contro il sistema politico-mafioso.Vito Lo Monaco
La politica divisa dall'antimafia
L’antimafia (o, meglio, alcuni dei candidati, in suo nome) litiga? Allora, la mafia sicuramente esulta e si frega le mani assieme a quella politica compiacente e complice.Le campagne elettorali accendono, da sempre, i toni e i contrasti. Sui temi dell’antimafia, però, sarebbe il caso di mettere da parte, soprattutto a sinistra, la propaganda e precisare non solo impegni politici generali, ma anche proposte concrete ( e ce ne sono tante elaborate dal movimento antimafia, anche col contributo del Centro studi Pio La Torre).
Non è il caso di confrontarsi su chi si intesta per prima l’antimafia più pura e virginale.
l'intervento | Vito Lo Monaco
Sviluppo nella legalità, l’impegno della politica.
Il Forum con i capilista siciliani, tenutosi al Centro La Torre giovedì scorso, ha avuto il merito, riconosciuto da tutti, di aver fatto discutere una delle questioni e un tema programmatico rilevante per il futuro del Paese. Siamo entrati nel dibattito elettorale a gamba tesa sollevando il seguente interrogativo: si può governare senza affrontare, insieme al modello di sviluppo ipotetico, la questione della liquidazione del fenomeno mafioso e del sistema corruttivo e di iniziarla concretamente nei primi cento giorni di governo?L'intervento | Vito Lo Monaco