Rubrica



Report Istat: nel 2013 in 7000 hanno lasciato la Sicilia

Sono settemila i siciliani che nel corso del 2013 hanno scelto di emigrare fuori dall'Isola e dall'Italia in cerca di lavoro o fortuna. Mentre sono poco meno di tremila gli stranieri che si sono stabiliti in Sicilia. I dati emergono dall'annuale Report dell’Istat sulle migrazioni internazionali e interne della popolazione residente.

Davide Mancuso

L’immigrazione? È un business povero

Le recenti indagini della magistratura rischiano di diffondere nell’opinione pubblica l’idea di un business dell’immigrazione. Certamente possono esserci stati abusi, ma non si può generalizzare.

Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini e Chiara Tronchin

Lo scippo conseguente del Pac alla Sicilia

La polemica che anima in questi giorni il ceto politico siciliano sullo “scippo” contenuto nella legge di stabilità ai danni dell'Isola necessita di qualche chiarimento.  Per finanziare per gli anni dal 2015 al 2018 la decontribuzione per i nuovi assunti verranno utilizzate le risorse PAC (piano azione e coesione) non impegnate entro il 31 settembre 2014. E la nostra Regione è stata quella che ha speso meno di tutti. Di chi è la colpa, allora?

Franco Garufi

Nelson Mandela per i bambini

Come si può tenere vivo il ricordo e l'insegnamento di Mandela nelle nuove generazioni ancora oggi? Raccontando la sua storia ai ragazzi, usando un linguaggio adeguato per loro e dando spazio ad una parte poco conosciuta di "Madiba", l'infanzia e l'adolescenza. E' questo ciò che ha realizzato la giornalista e scrittrice Viviana Mazza all'interno del libro "Il bambino Nelson Mandela" 


La tradizione mafiosa della Capitale

L’inchiesta sul malaffare romano dimostra quanto  siano radicate le cosche. Il fatto che Pippo Calò, mafioso di Porta Nuova, tanti anni fa    abbia potuto frequentare i Palazzi romani del Potere  ha lasciato semi fertili. La prima domanda, di fronte alla vastità del fenomeno corruttivo-politico-criminale, riguarda la disattenzione e la sottovalutazione politica e giudiziaria. Nessuno può tirarsi fuori e parlare solo di mele marce quando appare infetto un sistema intero

Vito Lo Monaco

Così la mafia è tornata alla terra

Il magistrato Alfonso Sabella:  il  ritorno dei boss nei campi condiziona tutte le fasi della filiera produttiva – dall’acquisizione della forza lavoro, alla trasformazione, alla distribuzione e alla commercializzazione dei prodotti - incidendo profondamente sullo sviluppo economico e sociale della Sicilia e strozzando il  sistema produttivo. Auspicato un rating di legalità anche per le imprese agroalimentari

Alida Federico

Rischio riciclaggio alto, l’illegalità vale il 12% del Pil

Compro-oro, agenzie immobiliari, giochi on line o al bar, trust (cioè organizzazioni a vari fini, dalla beneficenza, ad esempio, fino alla gestione dei conflitti di interesse) sono a rischio riciclaggio. O peggio, in alcuni casi servono proprio a coprire interi patrimoni generati dal malaffare. Il Comitato di sicurezza finanziaria presieduto dal direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, segnala l'esigenza impellente di rafforzare i controlli su alcuni settori considerati ancora molto sensibili


Censis: l'Italia impaurita e cinica frena i giovani

Nel Paese c'è capitale e  ce n'è anche tanto. Il problema è che non viene usato.  I risparmi delle famiglie rimangono nel cassetto, 8 milioni di persone, soprattutto i giovani, non si trasformano in energia lavorativa e il ricco patrimonio culturale non riesce a produrre valore


Il socialismo di Podemos contagia l'Europa

Nato dall'esperienza del movimento degli Indignados, il movimento si è strutturato in Spagna in un originale forma-partito capace di tenere insieme la presenza sul territorio (1550 circoli) e l'utilizzo della Rete. Il programma è accattivante: recuperare l'economia, conquistare la libertà , conquistare l'eguaglianza, recuperare la fraternità, conquistare la sovranità, recuperare la terra, creare lavoro dignitoso nei paesi dell'Europa del Sud. E lo slogan ”attuare con realismo senza rinunciare ai sogni” testimonia come si tratti di un vero programma di governo. Portare analoghe speranze in Italia, forse, è più difficile ma certamente auspicabile.

Franco Garufi

I limiti del piano Juncker

Gli investimenti che dovrebbero rimettere in moto l’economia europea, afflitta da segnali di stagnazione, non sono certi ma si affidano all'iniziativa privata che, per ora, non ha voglia di investire. Sarebbe meglio sollecitare la spesa pubblica in un'ottica di sviluppo comune

Giuseppe Ardizzone

Barometro Politico di dicembre dell’Istituto Demopolis

Se si votasse oggi per la Camera dei Deputati, il Partito Democratico otterrebbe il 38%, distanziando di oltre venti punti il Movimento 5 Stelle, posizionato al 17%. Cresce ulteriormente la Lega che, con il 13%, sarebbe per la prima volta terzo partito del Paese a livello nazionale. Si consolida la crisi di consenso per Forza Italia, ferma al 12,5%. Più distanti appaiono le altre liste: al 4,3% NCD di Alfano con UDC, al 3,8% SEL, al 3,5% Fratelli d’Italia-AN: tutte a “rischio soglia” con l’Italicum. Sotto il 2% gli altri partiti minori.


I cantieri contro il dissesto idrogeologico

Pronti 1.155 interventi, in grado di mobilitare nel 2015 risorse per poco meno di 1,7 miliardi, per il contrasto al dissesto idrogeologico. Il piano coordinato dall'Unità di missione di Palazzo Chigi si prepara a passare dalle dichiarazioni ai cantieri. Scorrendo gli elenchi messi a disposizione dal gruppo coordinato da Erasmo D'Angelis, è possibile per la prima volta misurare in maniera esatta la distribuzione di questi interventi nel nostro paese. Gli investimenti saranno rivolti principalmente al Sud ma avranno picchi anche in Toscana e Lombardia. Il blocco più importante di lavori riguarderà Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna