Rubrica



Il fuoco amico che fa traballare il governo

Mentre il governatore sta cercando- a suo modo- di impedire che la Sicilia precipiti nel pozzo senza fondo della crisi finanziaria che si coniuga ogni giorno di più con il deperire tragico delle migliori risorse di quest'isola, dal segretario del suo partito arrivano le bordate più micidiali



La svolta necessaria dell'Unione Europea

S’impone un nuovo modello di sviluppo che punti a recuperare prioritariamente la vivibilità dei nostri territori urbani e rurali. Tutto ciò senza investimenti pubblici e privati diventa una perorazione più che un programma politico concreto. Difendere un territorio dalla mafia vuol dire proteggerlo dalla crisi, si difende la legalità se si prevengono le azioni criminali e non se ci si limita a reprimerle. 


Il salto di qualità che il governo non riesce a fare

In queste ore l'Ars tenta di approvare la manovra ter per esorcizzare lo spettro del commissariamento, ma l'attenzione della politica è rivolta alla difficile ricostruzione di un equilibrio tra il Partito Democratico e il presidente della Regione che consenta al governo di uscire dall'impasse. In ogni caso, non si andrà più in là dell'ordinaria amministrazione in una situazione che richiederebbe invece il coraggio di cambiare i paradigmi dell'agire politico.


Se il quartiere si stringe attorno al boss

La pesante situazione  economica e sociale di Palermo e della Sicilia spinge ancora molti  ad avvicinarsi all’economia criminale,  unica valvola di sfogo e di sopravvivenza materiale per migliaia di famiglie.  Occorre individuare percorsi comuni tra società, istituzioni e politica, tra laici e religiosi, per rendere praticabili strategie pubbliche per un modello di sviluppo alternativo


La crisi e i buchi della sanità in Sicilia

L'altra faccia della stretta finanziaria e dell'azione di risanamento economico che ha riportato un numero sempre più grande di aziende sanitarie con i conti in pareggio o comunque con un deficit non superiore al 5%, è rappresentata da una diminuzione della offerta di sanità, da un aggravio del sistema dei tickets che pesa fino a 900 euro l'anno sui bilanci delle famiglie, da una crescente differenziazione della qualità dei servizi, che ha condotto alla constatazione che le condizioni di salute nel Mezzogiorno sono mediamente peggiori che nel resto del paese


L’aeroporto Pio la Torre a Comiso per la pace e lo sviluppo

Con la reintitolazione dell’aeroporto civile di Comiso a Pio La Torre si chiude, definitivamente, un caso politico. Hanno contribuito in tanti: comune, trentacinquemila firmatari della petizione art21, libera informazione, centro La Torre, le più alte istituzioni e i governi, regionale e nazionale, e la tenacia del Centro La Torre.Ora pensiamo al futuro


Anche la mafia si allontana dalla politica

In Sicilia ha vinto il popolo dell'astensione. Il voto clientelare certamente è stato mobilitato. Ma ha riguardato, a quanto pare, gruppi sempre più ridotti di elettori. I governanti locali vengono ritenuti sempre più inaffidabili quali garanti degli scambi che stanno alla base di tale tipo di consenso. Pure agli occhi dei boss il ceto politico appare spesso scarsamente credibile come interlocutore capace di mantenere le promesse che eventualmente fa.

Antonio La Spina

La crisi della politica genera mostri europei

Nei ventotto paesi aderenti si è fortemente incrinato  il  rapporto tra gli elettorati e le istituzioni dell'Unione viste come lontane, ostili per la pervicace riproposizione delle politiche di austerità, non democraticamente legittimate.  Segnali di nuova intesa arrivano dall’Italia e dalla Sicilia ma non si può più sbagliare

Franco Garufi

Antimafia retorica e antimafia dei fatti

Sulla gestione dei beni confiscati ai clan si gioca la credibilità dello Stato e della sua volontà quotidiana di dimostrare che non solo esso è più forte di ogni potere occulto, ma anche più efficiente. La velocità di destinazione dei beni confiscati al riuso sociale è il termometro di questa volontà.

Vito Lo Monaco

L’Europa rilanci gli investimenti per il lavoro

Va affrontato il dramma della disoccupazione, lasciandosi finalmente alle spalle le politiche di austerità. Per raggiungere tali obiettivi, essenziali per evitare che il continente riprecipiti in un passato fatto di contrapposizioni  tra gli stati nazionali, abbiamo bisogno non di meno Europa e tanto meno di uscire dall'euro, ma di istituzioni europee più vicine ai cittadini, capaci di dare risposte alle angosce ed alle domande di senso che attraversano tutti e ciascuno i 28 paesi che compongono l'Unione


I ritardi italiani nella lotta alla mafia

Prima di iniziare a presiedere il semestre europeo, il governo recepisca le decisioni quadro del 2003 sull'esecuzione nell’Ue dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio emessi da un’autorità di uno Stato membro e del 2006 sul principio del reciproco riconoscimento della confisca dei beni mafiosi


Sequestro, confisca e gestione dei patrimoni mafiosi, i nodi irrisolti

Con due lettere di accompagnamento dello scorso 10 aprile, indirizzate al presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso e alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso, ha inviato al Parlamento la sua prima relazione “sulle prospettive di riforma del sistema di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, approvata il giorno prima dai 25 deputati e 25 che compongono la stessa Commissione Antimafia.

Gemma Contin