Superbonus, le mani di mafiosi e usurai su oltre un miliardo di crediti bloccati in Sicilia

Economia | 14 aprile 2023
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Le ripetute modifiche delle norme di attuazione del cosiddetto superbouns 110% per l'efficientamento energetico degli edifici privati – soprattutto le ultime che hanno di fatto impedito la cessione del credito alle banche- hanno portato ad una condizione di emergenza che spinge diverse imprese, in particolare quelle finanziariamente più deboli, a cedere i propri crediti fiscali, incagliati nella palude del superbonus, a prezzi stracciati. Fino a perderci anche la metà, pur di trasformare soldi virtuali in liquidità per pagare dipendenti e fornitori. La denuncia è apparsa nei giorni scorsi su un importante quotidiano dell'isola accompagnata da decise prese di posizione di sindacalisti e rappresentanti degli imprenditori. Un vero e proprio outlet dei crediti dietro il quale potrebbe celarsi anche la criminalità organizzata mafiosa. Il profilo dei compratori dei crediti si identifica con chi ha soldi cash da investire subito. Grossi gruppi imprenditoriali e finanziari, magari con la sponda di professionisti ben informati. Non a caso, scrive Mario Barresi, autore dell'inchiesta, , «la maggior parte delle compravendite avvengono con la consulenza di prestigiosi studi di commercialisti e di notai. I professionisti, ovviamente, fanno il loro mestiere. Anche se qualche faccendiere s’è messo in proprio: spuntano persino annunci (qualcuno anche sui social) dei “cacciatori” dei crediti .Ci sono insospettabili prestanome di acquirenti occulti? Non sarebbe la prima volta che si usa un sistema regolare per ripulire denaro sporco. Avere la liquidità per comprare subito a 60 quello che vale 100 può anche essere un sistema raffinato per riciclare (o investire) fondi anche delle mafie.
Vediamo intanto di capire qual è nell'isola l'entità del fenomeno. La DIA, già nella relazione semestrale della seconda metà del 2020 aveva segnalato che i sodalizi mafiosi avrebbero potuto utilizzare le ingenti risorse liquide illecitamente acquisite per aiutare privati e aziende in difficoltà al fine di rilevare o asservire le imprese in crisi. Una strategia mafiosa che si rivelerebbe utile anche per il riciclaggio e per l'infiltrazione nei pubblici appalti. Risorse conseguite illecitamente che non è facile quantificare in chiave regionale ma di certo ingentissime, se è vero che il giro di affari delle mafie italiane è stimato pari ad oltre 100 miliardi di euro l'anno, metà del famoso PNRR italiano che si articola però su sei anni. 1,2 miliardi di crediti incagliati acquistati al 60% del loro valore potrebbero perciò rappresentare per Cosa Nostra e similari un'occasione appetitosa per riciclare il denaro proveniente dalle attività illegali come traffico della droga, estorsioni e controllo della prostituzione.
Vedremo cosa emergerà nelle prossime settimane dalle inchieste delle forze dell'ordine che sembra siano in corso. Certo il fenomeno desta grande allarme sociale e val perciò la pena di entrare nel merito delle cifre che riguardano la nostra isola.
Secondo i dati dell'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA- al 31 marzo 2023 in Sicilia ci sono state 25.560 asseverazioni per un totale di 4.576.086.857,33 € di investimenti, dei quali ammessi a detrazione 4.540.828.769,37 €. Il totale investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è di 3.470.758.886,42 € pari al 76,4%. A fine lavori l'onore previsto a carico dello Stato per le detrazioni sarà pari a 4.994.911.646,31 € , ma l'importo per detrazioni già maturate per i lavori conclusi si ferma a 3.817.834.775,06 €. I condomini sono 3.373 pari al 13,2% del totale degli edifici: per essi il totale degli investimenti sale al 45,2%, cioè un valore di 2.060.292.479,27 €. Il totale dei lavori condominiali realizzati ammessi a detrazione scende però a 1.412.293.078,60 € pari al 68,8%. Oltre i due terzi dei finanziamenti riguardano edifici unifamiliari: sono ben 18.039 pari al 70,6% per un totale di investimenti di 2.101.056.058,89 € di cui ammessi a detrazione 2.076.853.778,70 € . Il totale dei lavori realizzati in edifici unifamiliari ammessi a detrazione ammonta a 1.699.181.261,82 € pari 81,8%. le unità familiari funzionalmente indipendenti sono 4.148 pari al16,2% per un totali di investimenti di 414.738.319,17 € di cui ammessi a detrazione 410.700.904,97 €. Di essi risultano realizzati 359.284.546,00 € pari all' 87,5%.
Assai interessante risulta l'analisi dei dati di investimento medio che va da 610.819,00 € per i condomini, a 116.472,98 € per gli edifici unifamiliari, fino a 99.985,13 per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Com'è facile notare, il fenomeno dei crediti incagliati colpisce in buona misura i cantieri più grandi, quelli che si riferiscono ai condomini ed ai maggiori complessi immobiliari. Qui certo pesano le contraddizioni nelle normative emanate in tempi successivi, ma qualche avventurismo delle imprese pur vi è stato. Imprese di piccola dimensione, quando non improvvisate, hanno tentato di sfruttare l'occasione di meccanismi che garantivano la totale copertura dei costi. E' quanto ammette un rappresentante degli imprenditori quando afferma che “nella frenesia di cavalcare l’onda del superbonus , (qualcuno) s’è improvvisato imprenditore edile o magari general contractor specializzato nella riqualificazione e nell’efficientamento energetico», pur non avendo competenze né esperienza, buttandosi a capofitto su cantieri anche importanti, pur non avendo le spalle ben coperte».
Responsabilità anche di una legge che poteva esser scritta meglio e prestarsi meno ai meccanismi distorsivi che son presto emersi; tuttavia la soluzione adottata dal governo Meloni si è rivelata una toppa peggiore assai del buco. Toppa che. tra l'altro, lascia spazi a grossi affari per speculatori senza scrupoli, ma anche per la criminalità mafiosa , sulle spalle delle imprese sane e soprattutto dei lavoratori dipendenti che rischiano di trovarsi da un giorno all'altro per la strada, privi del lavoro e della retribuzione.


 di Franco Garufi

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