L’editore è riluttante? No, si proietta nel futuro

Ci sono quelli che odorano la carta e ancora non si sono rassegnati al fatto che un volume possa condensarsi e risolversi in un file digitale. E ci sono quelli che vanno d’amore e d’accordo con la nuova frontiera della lettura, quella che permette di portare con sé, comodamente, un numero indescrivibile di libri. Apocalittici o integrati, si potrà comunque leggere con gran gusto e interesse “La novità” (143 pagine, 15 euro) di Paul Fornel, scrittore francese di lungo corso, membro dell’OuLiPe (la “compagnia” di Perec, Queneau e altra bella gente…), decisamente bistrattato in Italia, dove è arrivato cinque anni dopo la pubblicazione in patria, per merito delle edizioni Voland, nella traduzione di Federica Di Lella.
È una specie di bignami ironico e amaro – naturalmente concepito e scritto con qualità – di certa editoria odierna, “La novità”, ed è anche una pesantissima autocritica dall’interno a chi fa libri per mestiere, tanto che a un certo punto si legge: «Quando un autore ha successo, tutti desiderano che riscriva lo stesso libro. I lettori, i librai, l’editore (soprattutto se lo nega). Solo l’autore a volte ha qualche dubbio». Fra giochi linguistici e citazioni, Fornel – che oltre a essere autore in proprio ha lavorato a lungo nell’editoria e la conosce a menadito – racconta una storia arguta e piacevole, che ha ritmo e sostanza.
Una
stagista fulva fa scoprire a Robert Dubois, editore in là con gli
anni e piuttosto tradizionale dal punto di vista professionale, un
lettore di e-book: lì dovrà leggere le proposte da valutare, in
vista di un’eventuale pubblicazione. Sembra una minaccia,
inizialmente, ha qualche titubanza, ma Dubois si incuriosisce e
riesce a trasformare la tecnologia in un’occasione per rinnovarsi,
mettersi alla prova e, in collaborazione con alcuni stagisti,
affrontare le sfide del futuro. C’è un po’ di nostalgia per
l’editoria che fu, ci sono ironia e tenerezza – specie quando si
mettono a fuoco i rapporti tra il direttore della casa editrice e i
suoi scrittori, da seguire, assecondare e… far mangiare bene –
fra gli ingredienti migliori che servono a un libro per farsi
apprezzare.
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