Beni confiscati, ampliata la tutela dei lavoratori
Società | 28 maggio 2015
La Consulta amplia la tutela dei lavoratori di aziende confiscate dallo Stato perchè il titolare è indiziato di
mafia. Lo fa dichiarando la illegittimità parziale della Legge di stabilità 2013. A cadere sotto
la mannaia della Corte costituzionale è in particolare il comma 194 dell'articolo 1 della legge
nella parte in cui non include tra i soggetti legittimati a proporre domanda di ammissione al
credito i lavoratori dipendenti, che non siano anche ipotecari, pignoranti o intervenuti
nell'esecuzione.
A sollevare la questione di costituzionalità era stato il tribunale di Caltanissetta, a cui si
erano rivolti, per ottenere il pagamento di trattamento di fine rapporto, i dipendenti di una
società le cui quote e il cui intero patrimonio erano stati confiscati all'esito di un
procedimento di prevenzione.
La Corte ha ritenuto la norma in questione in contrasto con la Costituzione perchè finisce
con il «pregiudicare il diritto» riconosciuto al lavoratore dall'articolo 36 «ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a
sè e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa».
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