Al Ravenna Festival The Car Man di Matthew Bourne

Abile storyteller e ispirato remaker di celebri balletti di repertorio, come l’arcinoto Lago dei cigni, popolato di soli cigni maschi e ormai entrato a pieno titolo fra i classici della modernità, Matthew Bourne è tornato a Ravenna Festival per sorprendere, una volta di più, i tanti fans del suo inconfondibile stile e delle sue trame in danza.
Coreografo e regista fuori classe, alimentato da una fervida e illimitata fantasia, già lo aveva fatto, un paio d’anni fa, con la rivisitazione, in chiave gotica, della Bella addormentata, in scena all’Alighieri nel 2013. Fu, quella, una preziosa occasione per poter assistere all’ultimo tassello di una trilogia dedicata al genio compositivo di Cajkovskij, che completava un percorso iniziato, un ventennio prima, con Nutcracker! (remake del classico Schiaccianoci) e avrebbe raggiunto, pochi anni dopo, un eccezionale livello, per funzionalità ed efficacia, con il già citato Lago; la prova più evidente del particolare talento narrativo (e reinterpretativo) del coreografo e metteur en scene inglese, vulcanico, audace e intraprendente innovatore della tradizione.
Ora un’altra opera famosa è chiamata in causa per questo nuovo appuntamento con Bourne, che, con la sua compagnia New Adventures, è stato ospite a Ravenna, nuovamente all’Alighieri, adesso in tournèe nazionale ed europea. Si è avuto modo di vedere, così, per la gioia di molti, un’altra singolare trasposizione in danza del celebrato autore, che, seguendo una prassi assi nota, ha rovesciato e reinventato, in maniera personalissima, la storia originale sulla quale ha focalizzato il suo interesse.
The Car Man altro non è se non la rivisitazione di Carmen, la celeberrima e tragica vicenda di passione e morte della sigaraia di Siviglia musicata da Bizet, nel 1875. Il titolo è un gioco di parole, non privo d’ironia – di certo non inconsueta in Bourne. Il famoso soggetto ispiratore, riproposto, appunto, in versione del tutto inedita, è su partitura musicale di Terry Davies, che ha creato la colonna sonora basandosi sia sulla versione per balletto di Rodion Shchedrin sia sulla composizione di Bizet. Nel prendere decisamente le distanze dal plot originale, la storia, ambientata negli anni Sessanta, negli USA, nell’immaginaria cittadina di Harmony, ritrae la vita, le debolezze, i vizi e le passioni di una piccola comunità di italo-americani.
Carica di valenze noir, s’ispira alle fosche atmosfere del romanzo Il postino suona sempre due volte di James M. Caine e ai film che - nel 1946, con John Garfield e Lana Turner, e nell’81, con Jack Nicholson and Jessica Lange - ne sono stati tratti. Il lavoro, originariamente sottotitolato “An Auto-Erotic Thriller” e prodotto per la compagnia Adventures in Motion Pictures, è stato allestito per la prima volta a Plymouth, nel 2000, ed è poi stato ripreso, nel 2007, per la New Adventures, con l’attuale sottotitolo “Bizet's Carmen Reimagined”. Spettacolo fra i più popolari di Bourne, ha di recente incominciato un tour che si concluderà in agosto al Sadler’s Wells di Londra. In prima nazionale al Ravenna Festival, esclusiva per l’Italia.
****
New Adventures
MATTHEW BOURNE'S THE CAR MAN
Bizet’s Carmen Re-Imagined
Regia e coreografia di Matthew Bourne, musiche di Terry Davies (da Rodion Shchedrin e Georges Bizet), scene e costumi Lez Brotherston, luci Chris Davey, suono Paul Groothuis, direttore associato Etta Murfitt, co-direttore residente Neil Westmoreland
Il
progetto è sostenuto dall’Arts Council England grazie al programma
di fondi Grants for the Arts Prima italiana in esclusiva
Ultimi articoli
La Sicilia nei nuovi scenari militari
Femminicidi, qualche ragionevole proposta
L’8 luglio dei ragazzi
che cercavano la libertàLo Monaco, la mafia
braccio armato
della classe dirigenteLa Sicilia cuore della lotta per la pace
Decreto sicurezza, il volto repressivo dello Stato
Brusca e gli altri, l’apporto prezioso dei pentiti
Caritas, cresce la povertà nel paese reale
Miceli alla procuratrice
minacciata: "Suo lavoro
sottrae ragazzi alla mafia"Stipendi bassi e i giovani laureati vanno via