Amministratori pubblici sotto tiro soprattutto al Sud
Sono 454 gli atti intimidatori contro gli amministratori locali censiti da Avviso Pubblico nel Rapporto 2016 “Amministratori sotto tiro”, il 76% dei quali si registra nel Sud e nelle Isole. Tra le 18 regioni d’Italia prese in considerazione, la Sicilia è la seconda più colpita dal fenomeno (86 casi, solo uno in meno rispetto alla prima in lista), perdendo il triste primato raggiunto nel 2014 e nel 2015. E’ la Calabria a guidare la classifica di quest’anno – 87 casi censiti, un allarmante +70% rispetto al 2015 – mentre il terzo posto è occupato dalla Campania (64) e il quarto dalla Puglia (51). In quinta posizione la Sardegna con 42 casi riscontrati. Anche a livello provinciale, tra le 77 province prese in considerazione – il 72% del totale – sono gli amministratori del Sud ad essere maggiormente vittime di episodi di minaccia e violenza. Il territorio più colpito è quello di Reggio Calabria (32 casi), seguito dalle province di Napoli (29), Cosenza (25), Salerno (21), Nuoro (18), Agrigento e Vibo Valentia (16).
Scorrendo la classifica a livello Regionale, dopo le regioni del Sud troviamo quelle del Centro-Nord con il 24% dei casi del totale nazionale. E’ l’Emilia Romagna, in settima posizione, l’area dove il fenomeno intimidatorio contro gli amministratori pubblici ha avuto una impennata: da 9 a 19 casi. Al sesto posto il Lazio (21 casi) e all’ottavo la Lombardia (18 casi). Nona e decima posizione sono occupate, rispettivamente, da Toscana (16 casi) e Veneto (10 casi).
Anche i Comuni – per un totale di 295, il 10% in più rispetto al 2015- sono “sotto tiro”, soprattutto i medio-piccoli (il 77% dei casi censiti da Avviso Pubblico), ossia quelli con un numero di abitanti inferiore ai 50mila. Rispetto al 2015 sono aumentate le minacce e le aggressioni sia nei confronti del personale della Pubblica amministrazione (dal 13 al 18%) sia a danno dei candidati alle amministrative (dal 5% all’8,5%). Nel 72% dei casi gli amministratori locali e il personale della Pubblica amministrazione hanno subito minacce dirette, mentre nel 28% si sono registrate intimidazioni di tipo indiretto (es. distrutte e danneggiate strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico, sono stati minacciati collaboratori e parenti). I soggetti maggiormente presi di mira con minacce dirette sono gli amministratori locali (61% dei casi). Tra questi sindaci (55%), consiglieri comunali (23%), assessori (12,5%) e vicesindaci (5,5%). In un numero limitato di situazioni (4%) sono stati colpiti presidenti del consiglio e di commissioni e consiglieri municipali. Destinatari delle intimidazioni sono anche gli agenti della Polizia Municipale, soprattutto al Centro-Nord (53%), ma è la Sicilia la regione con il più alto numero di casi (18), seguita da Veneto e Toscana (11 casi a testa), Campania (10), Emilia Romagna e Puglia (9 casi ciascuna).
Le intimidazioni - riconducibili non solo alla criminalità organizzata e non (20%), ma anche ad azioni di comuni cittadini che, a causa della riduzione delle risorse finanziarie a disposizione degli enti locali, sfogano la propria rabbia e la perdita di fiducia nei confronti dei rappresentanti istituzionali - avvengono soprattutto mediante l’incendio di auto, case, uffici e mezzi (33%). Un po’ meno diffusi i casi di “lettere e messaggi minatori (13%), danneggiamenti di strutture o mezzi (11,5%), aggressioni fisiche (10%), minacce verbali o telefonate minatorie (7%), l’utilizzo di ordigni come bombe carta o molotov (6%), l’invio di lettere con proiettili (4%), le scritte sui muri, gli spari contro strutture, case o mezzi privati, l’invio di parti di animali morti” – si legge nel Rapporto. Alle tradizionali forme intimidatorie si aggiungono, nell’era dei social network, anche gli insulti e le minacce lanciate su Facebook e le fake news tese a screditare la credibilità delle persone prese di mira.
Le azioni intimidatorie si concentrano soprattutto nei periodi di campagna elettorale. Non a caso, è maggio il mese con il più alto numero di episodi del 2016. Si tenta così di condizionare le scelte politico-amministrative del candidato – le fasi elettorali sono quelle in cui si creano maggiori occasioni di voto di scambio - o, addirittura, di dissuaderlo dalla candidatura.
Il tema delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali è oggetto della proposta di legge AC 3891, già approvata dal Senato lo scorso anno. L’approvazione definitiva in Parlamento “costituirebbe un segnale di estrema importanza nell’ottica di garantire maggiore sicurezza e protezione agli amministratori locali e contribuire a porre fine a quell’impunità di cui di fatto finora hanno goduto coloro che si sono resi protagonisti di questi atti criminali” – viene specificato nel Rapporto.
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