Beni confiscati, Grasso incontra le parti sociali
Società | 9 febbraio 2016
«Chiediamo che il ddl sui beni confiscati, approvato in prima lettura alla Camera, sia
discusso al più presto a Palazzo Madama, e che si arrivi ad una rapida approvazione. Lo
abbiamo ribadito ieri al Presidente del Senato Pietro Grasso: sarebbe importante arrivare a
questo risultato nell'anno del ventennale della legge 109/1996». Così i promotori della
campagna 'Io riattivo il lavorò - Cgil, Libera, Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro studi Pio La
Torre, Lega Coop, Sos Impresa - che ha incontrato la seconda carica dello Stato. «Sarebbe utile - spiegano - che i presidenti dei gruppi parlamentari, e alcuni li abbiamo già
incontrati (Movimento Cinque Stelle e Pd), calendarizzassero rapidamente la discussione, un
passaggio importante a cui siamo arrivati dopo un lungo cammino iniziato con la raccolta
firme e, il 3 giugno 2013, con la presentazione della proposta di legge di iniziativa
popolare». «L'ampia discussione che è seguita - sottolineano le associazioni - ha arricchito
notevolmente e positivamente l'impianto originario, producendo un testo unificato che ha
raccolto il contributo e l'elaborazione di varie proposte di legge, e rappresenta l'incontro tra
la volontà popolare e le istituzioni, che ne sono state interpreti e veicolo». «La validità dell'impianto - continuano - è dimostrata inoltre dal fatto che il Governo ha
voluto ulteriormente implementare quel testo, inserendo nella Legge di Stabilità la decisione
di varare subito quel fondo di garanzia per le aziende sequestrate e confiscate che è uno dei
punti importanti della proposta di legge di iniziativa popolare. Inoltre, attraverso un
emendamento in Aula, l'Esecutivo ha introdotto norme per il contrasto al fenomeno del
caporalato, in particolare sulle confische agli imprenditori che usano questa figura e quel
metodo illegale». «Auspichiamo quindi che il Senato mantenga e confermi l'asse fondamentale del testo approvato lo scorso novembre dalla Camera, che come promotori della legge di iniziativa popolare apprezziamo - sostengono Cgil, Libera, Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Lega Coop, Sos Impresa - pur nella convinzione che possano pervenire ulteriori miglioramenti. Per esempio pensiamo sia necessario introdurre il tema del sostegno, oltre alla gestione delle imprese confiscate, anche alla gestione dei beni immobili che, per mancanza di coperture finanziarie, non è stato possibile varare nella prima lettura». «Il fenomeno dei sequestri e delle confische è purtroppo in crescita esponenziale ed è quindi assolutamente urgente rivedere la normativa vigente per adeguarne gli strumenti in modo da rendere concreto ed esigibile lo spirito della legge 109/96, che aveva raccolto gli indirizzi della Legge Rognoni-La Torre sulle confische e sul riutilizzo a fini sociali dei beni sottratti alle mafie», proseguono. «Quest'anno - concludono i promotori di 'Io riattivo il lavorò - ricorre il ventennale della legge 109/96, e sarebbe un risultato importante per tutti noi, per le istituzioni, per quanti sono impegnati quotidianamente nel contrasto al fenomeno mafioso, poterlo ricordare con l'approvazione della riforma».
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