Castelli, vacche e fantasia: così si truffa l’Europa
Dai terreni intestati ai deceduti ai lavori fittizzi in un castello in provincia di Genova, dai soldi per la formazione professionale spesi in gioielli e auto alle vacche fantasma. Sono molteplici (e fantasiose) le truffe ai danni dei fondi europei emerse dalle indagini della Guardia di Finanza e dell’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode). Dal rapporto dell’UVI (Ufficio valutazione impatto del Senato) emerge come su ogni dieci finanziamenti europei concessi al nostro Paese, sei sono chiesti e gestiti in modo illegittimo. Numeri che vengono confermati dall’attività della Guardia di Finanza che, nei 12.838 interventi eseguiti nel triennio 2014-16 controllando circa 2,4 miliardi di contributi, ha rilevato irregolarità nell’85% dei fondi strutturali e delle spese dirette dell’Ue nelle Regioni del Mezzogiorno, percentuale che scende al 12% nelle regioni centrali e al 3,5% al Nord.
Oltre 1,5 miliardi di frode - Oltre il 60% dei fondi (1,5 miliardi di euro) è stato dunque ottenuto o amministrato in maniera illecita. Le attività investigative hanno portato a soli settantuno arresti ma a ben 5.5521 denunce per truffa aggravata, malversazione e indebita percezione di risorse europee. In particolare, per esempio per quanto riguarda i finanziamenti per la politica agricola e la pesca, le indagini hanno fatto emergere che su 1,9 miliardi di contributi il 61,8% (735,6 milioni di euro) è stato ottenuto in maniera fraudolenta, mentre, analizzando i fondi strutturali, le frodi hanno riguardato il 59% dei casi (751 milioni su 1,2 miliardi di finanziamenti). In questo caso è il Centro ad aver perpetrato le truffe maggiori (il 46% del totale), seguito dal Sud (33%) e dal Nord (21%).
Difficilmente però le somme frodate vengono recuperate. Al 30 giugno 2017 su 322,6 milioni frodati tra il 2008 e il 2016, sono stati recuperati appena 74,4.
I trucchi più frequenti - Dall’utilizzo di persone disabili, anziane come prestanome alle false polizze fidejussorie, sono vari i trucchi utilizzati da chi vuole ottenere indebitamente i finanziamenti europei. I più gettonati, secondo la Guardia di Finanza, sono la falsa dichiarazione di una particolare coltivazione e l’utilizzo di soggetti già deceduti al momento della presentazione della domanda o, addirittura, sottoposti a misure di prevenzione antimafia.
Le truffe più fantasiose - Tra le varie inchieste che hanno portato alla luce le truffe ai danni dell’Europa vi è l’operazione Reaping, condotta dalla Guardia di Finanza di Catania che ha messo in luce come un gruppo criminale avesse, attraverso l’ausilio di diversi prestanome, chiesto contributi a fondo perduto per terreni non di loro proprietà tra i quali quelli della Diocesi di Gela e del Comune di Termini Imerese. A Trapani, poi, l’operazione Dirty training ha smascherato la truffa messa in campo da Paolo Genco che avrebbe lucrato oltre 53 milioni di euro di finanziamenti destinati alla formazione professionale e impiegati invece per l’acquisto di case, auto e gioielli.
Ma vi sono anche un castello e delle mucche fantasma tra i protagonisti delle ingegnose truffe. Il castello di Vignolo, in provincia di Genova, per cui erano stati chiesti un milione e quattrocentomila euro per lavori di tipo ambientale sulla struttura, ma mai realizzati e le mucche che avrebbero dovuto pascolare nell’azienda agricola di Val Trompia, in provincia di Brescia. Ma dei bovini non c’è mai stata nessuna traccia, reali invece i duecentomila euro intascati da tre allevatori bresciani.
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