Dalla Versilia alla piana di Catania, il mare inonda l'Italia
Società | 3 dicembre 2015
Dal delta del Po al golfo di Cagliari, dalla Versilia alla piana di Catania,passando per la foce del Tevere: trentatrè aree costiere del Belpaese rischiano di finiresott'acqua per effetto del cambiamento climatico. Si paga il prezzo della conformazione edella collocazione geografica, che rendono la Penisola tra gli Stati europei più esposti alsurriscaldamento globale insieme a Spagna meridionale, Grecia e Turchia. Tanto che il SudItalia già nel corso di questo secolo potrebbe «africanizzarsi». A lanciare l'allarme, mentre a Parigi si lavora a un accordo globale per limitare la febbredel Pianeta, è l'Enea, l'Ente italiano per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppoeconomico sostenibile. Stando agli esperti, il clima del Sud Italia rischia di trasformarsi inquello tipico del Nord Africa, con estati e inverni sempre più aridi, secchi e una crescentecarenza di acqua che determinerà il progressivo inaridimento dei suoli. Le ripercussionisaranno sull'agricoltura e sulle attività industriali, ma anche sulla salute umana. Per effetto del cambiamento climatico, inoltre, migliaia di ettari di territorio nazionalepotrebbero essere sommersi dal mare. In base alle proiezioni realizzate dai ricercatori,sono 33 le aree costiere ad alta vulnerabilità in tutta Italia su cui incombe la minacciainondazione. Tra queste anche la laguna di Venezia, il golfo di Oristano, l'area circostante ilMar Piccolo di Taranto e le saline di Trapani. Gli studi dell'Enea mettono in guardia anche sugli eventi estremi, la cui frequenza sembradestinata ad aumentare. In futuro, cioè, dovremo sempre più spesso fare i conti con lealluvioni nella stagione invernale - non una bella prospettiva per un Paese che ha tante areea rischio idrogeologico - e con periodi prolungati di siccità, incendi, ondate di calore escarsità di risorse idriche nei mesi estivi. Le conseguenze del riscaldamento globale, ovviamente, non ricadranno solo sull'Italia. Seil Mezzogiorno rischia di avere un clima nordafricano, la parte più settentrionale del VecchioContinente tenderà a «mediterraneizzarsi»: in Europa nord-occidentale, Gran Bretagna eScandinavia dovranno abituarsi a convivere con estati molto più secche e inverni più piovosirispetto a quelli di oggi.
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