Il buco delle societเ partecipate, record di debiti in Sicilia

Economia | 3 agosto 2015
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Le societ a partecipazione pubblica sono troppe e inefficienti.

L’ennesimo rilievo della Corte dei Conti cui si aggiunge l’ autorevole  intervento dell’ex Commissario alla spending review Carlo Cottarelli (rientrato come Direttore esecutivo al Fondo monetario internazionale) che ha affermato : “Non si conosce il numero esatto delle partecipate perch non tutte le amministrazioni locali forniscono le informazioni richieste e perch le banche dati esistenti si fermano ad un certo livello di partecipazione  (diretta, indiretta di primo livello, eccetera)”.

I dati  dell’ultima delibera della Corte dei Conti titolata “ Gli organismi partecipati degli enti territoriali” appaiono chiari : in sette regioni il saldo tra utili e perdite drammaticamente in rosso.

Sono Umbria (perdite pari a 44,3milioni di euro  contro i 23,1 milioni di utili), Lazio (54,8 contro  32,7 di utili), Abruzzo (43,6 contro 6,2 milioni), Molise (43,5 contro 315 mila euro), Campania (57 contro 26,1 milioni) e Calabria (15,4 contro 998 mila euro). Il divario pi forte si registra in Sicilia :perdite  per 117 milioni contro i 36 milioni di utili.

Ma non solo questo il primato negativo della Sicilia, bisogna infatti aggiungervi quello non meno tragico del numero delle societ partecipate.Sono 34 i “carrozzoni” regionali , ( parliamo delle  13 controllate al 100%, contro le 9 del Lazio e le 4 della Lombardia) societa’ che hanno visto la luce  sotto i governi Cuffaro e Lombardo e che ancora resistono con Rosario Crocetta, nonostante le direttive da Roma richiamate di recente anche dell’attuale ministro Del Rio siano state chiare: “per assestare il bilancio della Regione siciliana ed accedere agli oltre 300 milioni di euro promessi dal premier Renzi, occorre un taglio radicale alle partecipate”.

I soldi  per chiudere il bilancio 2015 sono arrivati nei giorni scorsi e serviranno a coprire diverse voci, tra cui quelle relative ai forestali ed ai precari, ma rimasto immutato tutto ci che attiene  al mondo delle partecipate, creazioni divenute quasi “intoccabili” ma su cui implacabilmente si abbattono le scure dei magistrati della Corte dei Conti.

Intanto tuonano ancora le parole pronunciate nell’aula magna di Palazzo Steri a Palermo, da Diana Calaciura Traina, procuratore generale d’Appello, durante la requisitoria sui conti della Regione, intervento dalla stessa definito “non soft”.

“Devo rilevare – ha detto – che nell’anno finanziario 2014, la fase recessiva dell’economia siciliana non si e’ arrestata anzi prosegue in maniera maggiore non solo rispetto al resto d’Italia ma anche rispetto al Meridione”.

In quell’occasione i giudici parlarono di un “progressivo deterioramento dei conti, nonch un durevole peggioramento della situazione finanziaria che rendono improcrastinabile l’esigenza di predisporre un concreto programma di rientro del deficit, attuabile con la predisposizione di un piano triennale concordato tra Stato e Regione”.

A testimoniare la gravit della situazione economica  siciliana la stessa Corte ribad la necessit che i conti pubblici venissero definitivamente sottoposti ai controlli del governo centrale.

L’allarme lanciato dalla Corte dei Conti  nella relazione sulle partecipate locali, accende un faro sullo stato delle partecipate non solo nell’isola, ma anche nelle sei regioni del centro-sud chiamate in causa.

L’intera relazione e le voci dettagliate sui costi e i ricavi censiti regione per regione, stata elaborata con l’ausilio della banca dati Siquel in cui sono state controllate 7.648 partecipate locali  di cui quasi 2 mila totalmente pubbliche, ma con uno o pi enti partecipanti.

Le societ partecipate si dividono in due grandi categorie, quelle che svolgono servizi pubblici, dalla fornitura di acqua alla sanit e  sono il 35,72% del totale, pur rappresentando il 71,35% della produzione. e quelle che svolgono attivit definite  “strumentali”  e rappresentano il 64,28% del totale, dall’agricoltura alle attivit finanziarie e assicurative, fino alla voce “Altre attivit di servizi”, che da sola rappresenta quasi il 20% degli organismi esaminati. (Tab 1)

Negli organismi a totale partecipazione pubblica sono stati rilevati valori medi pi elevati di incidenza del costo del personale sul costo della produzione, 28,28%, a fronte del dato complessivo medio del 21,83%", sottolineano i magistrati contabili. Nella relazione si evidenzia  poi che quelle attive sono 6.402 mentre le altre sono cessate o in liquidazione.

I piani di razionalizzazione delle partecipate, previsti dalla legge di Stabilit, sono stati presentati da oltre la met degli enti" di Lombardia, Umbria, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo e Veneto, mentre percentuali pi basse si riscontrano nelle altre regioni.

Nelle oltre 4mila partecipate locali analizzate dalla Corte dei Conti emerge che gli organismi operanti nell’ambito dei servizi pubblici locali sono numericamente limitati (il 35,72% del totale), pur rappresentando una parte importante del valore della produzione (il 71,35% dell’importo complessivo). Il maggior numero (64,28%) rientra nelle diversificate attivit definite "strumentali". In questo contesto emerge la netta prevalenza degli affidamenti in house, mentre le gare con impresa terza risultano essere soltanto 90, su un totale di 26.324 rapporti tra enti e organismi, e gli affidamenti a societ mista, con gara a doppio oggetto, 366.

 Il 17,55% dei Comuni (1.414 su 8.057) non risulta in possesso di partecipazioni in societ/organismi.

Sempre dalla radiografia effettuata dai magistrati contabili solo il 17,55% dei comuni non ha una partecipazione in  societ partecipate dagli enti locali e sono concentrate soprattutto nel Nord Ovest (33,62%) e nel Nord Est (30%). Meno presenti al Centro (10,48%) e al Sud (4,92%).

Alcune partecipazioni sono presenti anche fuori della propria regione. Il Veneto, ad esempio, presenta il maggior numero di partecipazioni in 12 diverse regioni, ma anche l’Emilia-Romagna, il Piemonte, la Lombardia, la Toscana e il Lazio hanno un profilo analogo. Nel Sud il fenomeno pi circoscritto e  solo Abruzzo e Campania hanno pi di una partecipazione  al di fuori del proprio territorio regionale.

Il mondo delle partecipate gode inoltre di alcune agevolazioni per cui  gli enti locali erogano denaro pubblico alle partecipate sia per l’affidamento dei servizi, ma anche per la copertura delle perdite e le ricapitalizzazioni. Anche se le somme impegnate spesso sono ben superiori di quelle poi effettivamente erogate. Per la copertura delle perdite, la spesa totale di oltre 26 milioni di euro. 

Continuano a passare le settimane e  nulla cambiato.

Il potere giudiziario  bacchetta quello legislativo chiamato a fare le riforme ed a garantire la trasparenza per scongiurare il default e puntare al  risanamento di bilancio. Ma il termine riforme e la tanto auspicata spending review  continuano a rimanere un’utopia, soprattutto  riguardo le  societ partecipate siciliane. 
 di Ambra Drago

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