Il calcio all'indifferenza di Palermo

Un incontro interreligioso, contraddistinto dalla voglia
di superare ogni differenza e ideologia religiosa, dando un segnale di grande
civiltà alle rispettive comunità. Con “Un calcio all’indifferenza”, evento promosso dall’associazione
Sportiva Dilettantistica Atletica “Berradi 091”, in
seguito ai fatti tragici che si sono ultimamente consumati nel Canale di Sicilia, il
Foro Italico di Palermo si é riempito di colori, animato non solo dal
quadrangolare di calcio a 7 tra squadre miste (Extra, formazione di cittadini immigrati provenienti da
diversi nazionalità; il Cus Palermo,
rappresentativa della Polizia di Stato; una delegazione di studenti stranieri) - i cui giocatori sono scesi in campo indossando una maglietta con la
scritta “Perdonateci” - ma anche dai
tanti cittadini di ogni nazionalità e da decine di bambini, ai
quali sono stati affidati i palloncini bianchi che hanno riempito il cielo del
centro storico di Palermo. I più grandi hanno, invece, consegnato al mare dei
fiori bianchi, ricordando in tal modo ancora una volta le tante vittime del
mare che non hanno avuto alcuna possibilità di salvezza. Una
città che, nonostante le condizioni meteorologiche poco favorevoli, ha
dimostrato di sapere regalare scampoli di serenità. Anche grazie a un improvviso
arcobaleno, visto come segno di speranza da parte di tutti.
Un luogo simbolo di incontro tra più culture, il Foro
Italico, confermatosi tale grazie alla capacità degli organizzatori di questa
iniziativa di sensibilizzare
la cittadinanza al dialogo e alla partecipazione ai processi d’integrazione
multiculturale.
Forte e sentito da tutti il momento della preghiera,
ognuno secondo i rispettivi credi, con la presenza dell’Iman della Moschea di
Palermo, Mustafà Abderrahmane; del Rabbino della comunità
Ebraica, Salvatore Yehoshua Parrucca; di Padre Sergio, della Caritas di
Palermo; di Vincenzo Ceruso, responsabile della comunità di “Sant’Egidio”. A
coordinare il tutto Rashid Berradi, responsabile dell’associazione
organizzatrice, realtà da anni impegnata nella promozione legata all’attività
sportiva come strumento essenziale di solidarietà e integrazione sociale.
«Questa è
stata un’occasione importante per tutti noi – ha affermato Berradi – perché
intanto ci ha fatto sentire tutti più uniti e vicini. E’, però, l’inizio di un
percorso che non si ferma qui. Non amiamo le passerelle e gli effetti speciali,
ma le azioni concrete che guardano lontano».
Obiettivi
che puntano a costruire. «Vogliamo che chi arriva da noi
– ha aggiunto Ceruso – si senta a casa propria. Non stranieri, ma nuovi
cittadini italiani, per nulla diversi ma uguali a chiunque altro».
Importante,
dunque, avere favorito l’incontro di più credi, di più religioni, di modi
diversi di intendere la vita, però sempre e comunque accomunati dalla voglia di
costruire un futuro di pace, identico per tutti.
«E’ bello
quello che è successo oggi qui – ha sottolineato in conclusione l’Imam
Abderrahmane -. Mi dispiace che molti appartenenti alla mia comunità non siano
stati presenti, ma l’unica giustificazione che hanno è la paura. Quello che vorremmo si realizzasse è la reale
fusione tra più culture e religioni, puntando a fare conoscere la bellezza del
Corano e della religione musulmana. E’ fondamentale perché possiamo ambire a
una società libera e serena, nella quale non esista più alcuna paura».
«Insieme per un Mediterraneo di pace e di vita» è, invece, il messaggio inviato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, impossibilitato a partecipare a questo importante momento di condivisione del dolore vissuto dalle tante comunità di immigrati di ogni confessione religiosa residenti nella nostra città. Un augurio, al quale ha fatto seguito la conferma che l'amministrazione comunale ha deciso di collocare, proprio al Foro Italico, un monumento al migrante ignoto. L’ulteriore riprova che il capoluogo siciliano si attesta come luogo dal quale parte una ribellione profonda delle coscienze perché “non si può e non si deve più tollerare l'indifferenza dell'Unione Europea su un vero e proprio genocidio e lo scaricabarile di coloro che lasciano questa emergenza solo sulle spalle della Sicilia e dei siciliani".
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