Il giorno di don Pino, Lorefice: «Era un prete uomo»
Non
doveva farsi un nome, apparire sotto i riflettori. Aveva un unico
obiettivo: che gli altri abbiano vita, perché aveva incontrato il
Signore Gesù, la cura degli altri».
Accanto all' altare e posta
la reliquia del beato martire della Chiesa palermitana, in una teca
d' argento. Nella navata sinistra, la tomba di don Pino, a forma di
spiga di grano, quel chicco che, se non muore, non porta frutto.
Di
mattina tantissimi bambini, con gli operatori del Centro Padre
nostro, guidato da Maurizio Artale, hanno portato un omaggio
floreale sul quella tomba. Nel pomeriggio la celebrazio ne solenne:
al fianco dell' arcivescovo, il parrocodi San Gaetano a Brancaccio,
don Maurizio Francoforte, e don Luigi Ciotti, fondatore di Libera,
che in serata e salito sul palco della manifestazione artistica
«Festa con 3P», organizzata per consegnare alla città il
messaggio di Puglisi.
Alla messa in Cattedrale ci sono il
sottosegretario all' Istruzione, Davide Faraone, la presidente della
commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, il sindaco Leoluca
Orlando, il questore, Guido Longo, il prefetto Antonella De Miro e
numerose autorità civili e militari.
«Don Pino non era un prete
antimafia: era un prete uomo, un uomo prete. La vera forza della sua
testimonianza e stata la sua ferialità, questo stare al suo posto,
da uomo mite, libero, a fare il suo lavoro giorno dopo giorno.
Sapeva di dover donare la sua vita perché altre generazioni non fos
sero schiave del padrino, ma conoscessero il vero Padre», afferma
Lorefice, durante un' omelia appassionata.
L' arcivescovo
sottolinea la necessità di «riscattare questa nostra città da chi
vuole asservirla perché ha obiettivi di potere e oppressione, nel
segno della criminalità e della illegalità». Poi saluta le
autorità, ringrazia la presidente Bindi, ma a tutti dice: «Siamo
contenti di esserci ritrovati, perché dobbiamo ridare voce alla
testimonianza feriale di don Pino».
E la Bindi ricorda: «Don
Pino Puglisi e il testimone di una fede profonda e autentica,
vissuta con libertà e amore nel servizio ai più deboli e agli
emarginati. La mafia lo ha ucciso, nel giorno del suo compleanno,
perché resisteva, con la mitezza del Vangelo, al dominio violento
che le cosche esercitavano a Brancaccio. Cosa Nostra non poteva
tollerare un prete che non si piegava alla logica mafiosa dell'
omertà e della paura, ma al contrario lavorava a restituire fiducia
nella vita e speranza in un futuro diverso a tanti ragazzi».
Tra
le varie iniziative ieri, l' incontro nella sede della seconda
circoscrizione, a Brancaccio, con il presidente An tonio Tomasello,
il sindaco Orlando e alcuni esponenti della giunta comunale. Sono
stati inaugurati gli antichi lavatoi restaurati di via Germanese,
che diventeranno sede di legalità a Brancaccio ed ospiteranno
eventi, convegni e cineforum, gestiti dalla seconda circoscrizione,
assieme alle scuole, alla parrocchia ed al mondo associazionistico
del territorio. Premiati anche i vincitori del concorso scolastico
per l' intitolazione del tram della linea 1 che passa per le strade
del quartiere Brancaccio. Si chiamerà «Freccia 3P Padre Pino
Puglisi».(Giornale di Sicilia)
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