Il Premio nazionale Libero Grassi taglia il traguardo delle XII edizioni
Un film rimasto memorabile parlava di una sporca dozzina di persone che riuscivano ad interpretare valori e sentimenti, anche partendo da storie personali difficili e, soprattutto, da un contesto che non lasciava immaginare una prospettiva positiva.
Con ampia perifrasi si può dire che è stato un atto di grande fiducia nel futuro, la decisione da parte di Solidaria – cooperativa sociale che, insieme a diversi partner, decise di provare a contribuire a scolpire nella memoria collettiva la figura dell’imprenditore assassinato dalla mafia Libero Grassi, apparentemente sconfitto, nel modo più definitivo possibile, nel suo tentativo di resistere alla potente mafia del suo tempo in modo innovativo, anche sul piano della Comunicazione pubblica.
Un uomo – Grassi – che non volle rinunciare a quella sorta di eredità morale che gli era stata inequivocabilmente trasmessa con il nome Libero e che portò avanti con grande intelligenza e determinazione, sia nel campo dei diritti civili ed ambientali che dell’imprenditoria, letta in chiave profondamente etica.
Semplicemente per questo rispetto che Libero riteneva di dovere alla sua umanità e ai valori trasmessigli, decise di impegnarsi in prima persona contro la mafia, caratterizzando in modo innovativo la sua azione di contrasto e denuncia del racket che, nell’acquiescenza più completa del mondo dell’economia palermitana, veniva etichettata, nella migliore delle ipotesi come la fissazione di un intransigente borghese, ma anche con la denigrazione che tocca agli esibizionisti che fanno tammuriate.
Tammuriate, così ebbe a dire – irresponsabilmente - il Presidente della locale Associazione degli industriali che doveva tutelare un suo aderente che - in fondo e come non mancava mai di ripetere in tutte le occasioni - voleva essere semplicemente un uomo libero che potesse esercitare la libertà d’Impresa sancita dalla Costituzione e nello stesso tempo, in una logica di diritti e doveri, voleva anche assumere la responsabilità dell’Impresa rispetto alla società, denunciando il pizzo che è una delle cause dell’asfissia, oltre che delle coscienze, dell’economia di un territorio.
Rimase celebre la sua Lettera aperta sul maggiore quotidiano palermitano, con la quale si rivolgeva “Al caro estortore” per dirgli – apertamente e senza mezzi termini – che non aveva alcuna intenzione di cedere al suo ricatto mafioso per il rispetto che doveva a se stesso, alla sua famiglia e alla società alla quale voleva dare un contributo libero, in ambito imprenditoriale e – più generalmente – civile.
Probabilmente, fu l’avere rielaborato quella chiarezza d’intenti, unità ad una naturale tendenza all’innovazione nella comunicazione sociale, che ispirò Solidaria in quell’ormai lontano 2004 – sempre sostenuta e coadiuvata dalla famiglia Grassi - nello scegliere la Comunicazione Sociale su temi etici come strumento per offrire un percorso didattico a Scuole di ogni ordine e grado che culminasse nella partecipazione ad un Concorso nazionale con forme varie di espressione, dalla scrittura di sceneggiature di spot pubblicitari di promozione sociale, di testi in prosa e in poesia, di canzoni e di fotografie.
Tanti gli argomenti sui quali si sono misurati i giovani di tutta Italia in tutti questi anni, tra i quali ricordiamo il racket e l’usura, la guerra, la violenza sulle donne, le morti sul lavoro, i diritti di cittadinanza, ecc..
Quest’anno la triste attualità, denunciata in molti casi su tutto il territorio nazionale, quasi ha imposto il tema della corruzione che già era stato trattato in una delle prime edizioni.
Come sempre efficace e significativa la risposta dei giovani con le produzioni presentate, selezionate dalla giuria della XII edizione costituita da: Alice e Pina Grassi, il prof. Fabrizio Piraino dell'Università di Palermo, il giornalista e scrittore Giacomo Di Girolamo, Salvatore Cernigliaro (Presidente Solidaria) che ha assegnato i seguenti premi.
Per la sezione fotografica:
I classificata - la foto presentata dagli alunni: Irene Calonaci, Carolina Faini, Camilla Fanti, Leandro Calderai, Giorgia Borselli dell’ITS Mita Academy di Scandicci (FI);
II classificata - la foto presentata da Federica Stabile del Liceo Classico Garibaldi di Castrovillari (CS).
Per la sezione video:
I classificata (scuole superiori) - la sceneggiatura di Tommaso Turinetti dell'Istituto A. Monti di Asti;
I classificata (scuole elementari) - la sceneggiatura dell’I.C. Via Ferraironi - scuola primaria Carlo Pisacane di Roma;
II classificata (scuole superiori) - la sceneggiatura dell’ist. Ivan Piana di Lovere (Bg).
La giuria ha, altresì, assegnato un premio speciale all’I. C. Via Laparelli 60 di Roma.
I premi sono stati consegnati il 19 maggio a Palermo nel corso di una manifestazione presso l'Aula Magna del Dipartimento delle Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell'Università di Palermo, diretto dal Professor Marcello Chiodi, alla presenza della Famiglia Grassi, con la presentazione dei nuovi spot e le immagini premiate.
Titoli significativi degli spot: "La corruzione non è uno scherzo"; "Non abboccare... fai il salto"; "La corruzione consuma l'Italia".
Nel corso della manifestazione sono stati resi diversi contributi di Autorità civili tra i quali l’Assessore alla Scuola del Comune di Palermo Barbara Evola, il Componente della Giunta di Confcommercio nazionale con delega alla sicurezza e legalità Anna Lapini e il Vice Presidente di FIPE Sicilia Maurizio Tasca.
E’ intervenuto anche il Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Giuseppe De Riggi.
Particolarmente toccante l’apertura della Manifestazione, con le immagini e i contributi in memoria di Mario Nicosia, reduce della strage politico – mafiosa del 1947 a Portella della Ginestra, recentemente scomparso.
Una riflessione a parte, ripresa anche nel corso della manifestazione, merita il Premio ottenuto dai ragazzi di Asti e Scandicci costituito da un viaggio in luoghi siciliani particolarmente significativi – in tempi e situazioni diverse - per il riscatto della Sicilia dalla mafia e dal sottosviluppo.
Diversi gli incontri da Portella della Ginestra, con il racconto appassionato del reduce Serafino Petta, alla Calcestruzzi Ericina di Trapani, Stabilimento industriale confiscato alla mafia e condotto da una Cooperativa di lavoratori diretta da Giacomo Messina, intervenuto nell’occasione.
Commovente e denso di significati, soprattutto per i giovani, la visita a Cinisi a Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato, con l’intervento della giovane nipote di Peppino, Luisa e a Casa IX maggio, ex residenza di Tano Badalamenti, boss mandate dell’assassinio Impastato.
Incontro istruttivo alla Cooperativa Lavoro e non solo di Corleone con uno del lavoratori - Franco Ferrara - e con Luisa e altri giovani della ex casa Provenzano, oggi Museo dell’antimafia con una importante pinacoteca con tante tele dedicate ad episodi e personaggi del contrasto alle cosche mafiose.
Particolarmente suggestivo l’incontro palermitano di Ciaculli con l’Associazione Acunamatata diretta da Romolo Sgreda che con il suo progetto Mandarinarte collabora con la Coop. Sociale Solidaria – presieduta da Salvatore Cernigliaro --nella conduzione di un fondo ad agrumeto ed ortaggi e nella trasformazione di prodotti commercializzati con il marchio mani&radici.
Nel corso di tale appuntamento, i ragazzi hanno potuto visitare – tra i primi anche in Sicilia – la nota tenuta della Favarella, nel possesso, per lungo tempo, del noto mafioso Michele Greco, ottenuto oltre che con azioni di intimidazione, anche con numerosi atti di corruzione legale e amministrativa.
Recentemente la tenuta è stata riconsegnata ai legittimi proprietari - Roberto e Fabrizio Tagliavia - che hanno guidato i ragazzi tra le suggestioni storiche di un luogo di straordinaria bellezza ambientale, dal Risorgimento ai più recenti fatti delittuosi che hanno fatto della Favarella uno dei luoghi in cui si è concretizzato un esempio rilevantissimo dello stretto connubio politico-affaristico e mafioso.
Infine, molto bello e significativo l’incontro-gemellaggio tra i bambini, gli insegnanti e le Dirigenti Scolastiche delle Scuole Elementari Carlo Pisacane di Roma e Rosolino Pilo di Palermo - presso i locali della Scuola Silvio Boccone - che, dopo essersi scambiati degli omaggi da loro realizzati, hanno assistito insieme – con grande attenzione e partecipazione – ad uno spettacolo dei Pupi Antimafia di Angelo Sicilia e Mary Albanese, dedicato alla vita e all’assassinio mafioso del cosiddetto giudice “ragazzino” Rosario Livatino, un grandissimo esempio per tutti i giovani, sul piano morale e spirituale, oltre che professionale.
Una bella dozzina di edizioni del Premio Libero Grassi che mostrano ancora una capacità di attrazione di passioni valoriali ed interessi socio-culturali – nei giovani e non solo - ma che non esclude la costante riflessione della Cooperativa sociale Solidaria che – sempre in collaborazione con la Famiglia Grassi e gli altri Partner – vuole continuare a leggere i tempi, anche attraverso la lente di oltre un decennio di particolari percorsi culturali.
Percorsi culturali annualmente culminati in Manifestazioni che sono state vetrine degli incontri con e tra giovani di tutta Italia in una Sicilia che, nonostante problemi e difficoltà, rimane, tra l’altro, ancora terra di riscatto e occasione di confronto con chi l’esperienza della presenza mafiosa nel suo territorio, purtroppo, ha iniziato a maturarla da relativamente pochi anni.
Insomma,
lunga vita al Premio Libero Grassi, ma sempre con una maggiore
aderenza alle trasformazioni che – inevitabilmente – interessano
i fenomeni sociali – anche criminali - e le realtà socio-culturali
sulle quali investire sempre meglio e di più per un’azione di
liberazione e promozione sociale dei territori da tutti i tipi e le
forme di criminalità che finiscono per minare qualsiasi realtà
sociale, politica, economica e culturale.
Ultimi articoli
- Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria - Uno studio sui movimenti
studenteschi e le università - Le reti di Danilo Dolci
per la democrazia diretta - I molti punti oscuri
del consumo di droghe - La “vita online”
di tanti giovani
sedotti
dal mondo digitale - Non solo Cosa nostra,
ecco le mappe
della mafia in Sicilia - Don Ignazio Modica,
storia del prete
che sfidava la mafia - Il progetto educativo
indaga sulle droghe - In piazza la protesta contro
le manovre che pesano
sui lavoratori - Due anni fa l'addio
Il ricordo di Nino Mannino