Il ruolo delle sardine nella riforma della politica italiana

Riflessioni
sulla mobilitazione giovanile attraverso i social
Chi saprà
raccogliere le composte, civili e democratiche manifestazioni dal basso di Palermo, Bologna e di Modena troverà un’ulteriore ispirazione politica per contrastare e
rovesciare quel pensiero della destra sovranista e populista pericoloso per il
futuro della democrazia rappresentativa della Repubblica.
I giovani
sull’onda di un movimento geo-politico
generazionale più ampio, che coinvolge tante aree del mondo, si sono
mossi utilizzando i social, dimostrando che il web può essere ben utilizzato
per accrescere la democrazia e la partecipazione dei cittadini, onde
sconfiggere le campagne dell’odio e della paura alimentate dalla destra sia
moderata che estremista.
Quei giovani,
auto-convocatisi tramite i social, fanno politica e vogliono non solo la
sconfitta della paura dell’odio ma il rovesciamento dell’attuale modello di
sviluppo, dominato a livello planetario da poteri globalizzati che sfuggono al
controllo democratico. La risposta che i giovani rivendicano non prefigura la
chiusura nazionalista, ma l’affermazione della governance democratica a livello
mondiale, l’integrazione e l’accoglienza dei migranti, la tolleranza e il
rispetto delle varie culture.
La
globalizzazione senza alcun controllo democratico, né sovranazionale né
nazionale, ha accresciuto a dismisura le diseguaglianze interne a ogni paese e
a livello planetario tra le varie aree. Ciò presuppone che tale questione sia
prioritaria e sia accompagnata dall’ampliamento dei diritti civili e del
Welfare State.
In questi
ultimi decenni, soggiogata dal pensiero
unico del neoliberismo, anche la sinistra non ha saputo elaborare
un’alternativa alle scelte imposte dal
potere multinazionale ed espresse dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario e
dalla Banca Centrale Europea attraverso le politiche dell’austerità, e imposte
anche durante la fase recessiva dell’economia mondiale. Il sovranismo e il
populismo hanno saputo raccogliere la paura delle classi lavoratrici del ceto
medio impoverito, ma no hanno saputo, né sanno proporre altro rispetto ai
poteri finanziari e multinazionali, che governano la globalizzazione e emettono
in crisi ogni chiusura nazionale.
I giovani
dimostranti confermano che c’è una sinistra sommersa nel mondo giovanile, che
non riesce a riconoscersi negli attuali schieramenti politici di sinistra,
ritenendoli insufficienti e ancora soggiogati al pensiero unico del dio mercato
e che appaiono appartenenti alla casta.
Il Pd a
Bologna ha aperto alla società civile.
Questa
apertura potrà avere un risultato positivo solo se si trasformerà in forme organizzative nuove che superino le vecchie
logiche correntizie e divisorie riproponendo quel corpo valoriale auspicato dal
mondo giovanile.
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