In Italia più giovani laureati, ma meno lavoro e salari più bassi
Aumentano i giovani laureati in Italia, ma la loro percentuale resta ad ogni modo al di sotto di quella della maggior parte dei paesi più industrializzati. Anche i salari e i livelli di occupazione sono più bassi della media dei paesi più avanzati. Secondo i dati Ocse, la quota di laureati italiani nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni ha raggiunto il 28% nel 2018, percentuale più alta rispetto a quella dei laureati nella fascia 25-64 anni, pari al 19%. Numeri solo apparentemente incoraggianti, però, se si considera che la media Ocse dei laureati nella fascia di età 25-34 è del 37%, mentre quella nella fascia 25-64 è del 44%. Solo il Messico, tra i paesi monitorati dall’Ocse, fa peggio di noi. Altri stati, invece, come Corea, Canada e Irlanda, vantano percentuali di persone con una istruzione terziaria ben al di sopra della media Ocse (70% e 60%). Sebbene aumentino i giovani (25-34 anni) italiani laureati, il rapporto Ocse rivela che solo il 67% di loro trova lavoro, a fronte dell’81% della fascia 25-64 anni. E anche in tema di salari, le prospettive non sembrano rassicuranti nel confronto con i 36 Paesi avanzati presi in considerazione dall’Ocse: gli adulti della fascia 25-64 anni con un’istruzione terziaria guadagnano il 39% in più rispetto a quelli con un'istruzione secondaria, ma la media dell'Ocse è del 57% in più. Va ancora peggio ai giovani laureati (25-34 anni): coloro che hanno una laurea guadagnano il 19% in più rispetto a chi ha conseguito solo il diploma, contro il 38% in media dell'area Ocse. Le donne, poi, sono quelle ad essere maggiormente penalizzate: in Italia guadagnano in media il 30% in meno degli uomini (la media Ocse è del 25%).
Tra le lauree che offrono maggiori sbocchi lavorativi ci sono quelle nel campo delle tecnologie informatiche e della comunicazione (87%) e ingegneria, dell’industria manifatturiera ed edilizia (85%). La percentuale di impiego in questi settori è simile alla media Ocse (solo 3 punti in meno). Questi percorsi di studio, purtroppo, sono meno gettonati tra gli studenti italiani. La fascia di 25-64enni con un titolo d'istruzione terziaria in ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia è, infatti, bassa (15%), anche se è leggermente più alta (17%) tra i neolaureati. Di contro, presentano un tasso di occupazione più basso le lauree ad indirizzo artistico (72%) e umanistico (78%), ma anche quelle in scienze naturali, matematica e statistica (78%). “Le lauree in materie umanistiche in Italia – puntualizza Giovanni Maria Semeraro, economista dell'Ocse e uno degli autori del rapporto - sono titoli di studio popolari anche perché permettono l'accesso a concorsi pubblici. Andrebbero spiegati bene e diffusi maggiormente gli Istituti tecnici superiori che offrono buone prospettive occupazionali, ma che sono ancora relativamente nuovi in Italia e al momento attirano solo una piccola parte degli studenti a livello terziario”.
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