La corruzione perde forza nel Belpaese ma resta molto diffusa
Un recupero indiscutibile di 18 posizioni nel ranking mondiale, ma con un punteggio sotto la sufficienza: 50 su 100. La classifica, infatti, viene stesa sulla base di valori assegnati che vanno da 0 (molto corrotto) a 100 (per niente corrotto). Nonostante gli importanti passi avanti compiuti in questi anni, in Italia pesa la scarsa trasparenza dei finanziamenti alla politica. Mentre, infatti, sugli stanziamenti ai partiti vi è maggiore chiarezza, vi sono però soggetti, come le fondazioni e le associazioni politiche, usati per indirizzare le risorse e che non hanno obbligo di trasparenza e rendicontazione.
Anche nel contesto europeo l’Italia ha scalato la classifica rispetto al 2016, distaccandosi dalle ultimissime posizioni e occupando la 25esima su 31, a pari merito con la Slovenia. Dietro vi sono Croazia, (49 punti), Romania e Grecia (48 punti), Bulgaria (43 punti) e Albania (38 punti). Poco meglio di noi Malta (56 punti) e Spagna (57 punti). Resta, comunque, grande la distanza tra i paesi europei che occupano i vertici della classifica, come Danimarca (88 punti), Finlandia (85 punti) e Norvegia (85 punti).
A livello mondiale, il primo posto per il minor livello di corruzione percepita spetta, anche quest’anno, alla Nuova Zelanda (89). “Il miglioramento registrato quest’anno – ha spiegato Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia - è frutto dell’impegno italiano in questi ultimi anni sul fronte anticorruzione: dopo la legge Severino del 2012 sono stati fatti diversi progressi, tra cui l’approvazione delle nuove norme sugli appalti, l’introduzione dell’accesso civico generalizzato e, soprattutto, la recente legge a tutela dei whistleblower. Non va neppure trascurato – ha sottolineato Carnevali - l’importante lavoro svolto da ANAC per prevenire il fenomeno e garantire un miglior funzionamento delle amministrazioni pubbliche”.
E sul tema dell’opacità dei finanziamenti della politica, il Direttore Esecutivo dell’organizzazione in Italia, Davide Del Monte, ha dichiarato: “Siamo alla vigilia di elezioni cruciali per il nostro Paese, le prime dopo l’abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti, e noi cittadini siamo chiamati a votare dei candidati di cui non possiamo conoscere i reali finanziatori e, quindi, da quali interessi particolari vengono sostenuti”.
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