La strage di Parigi, gli italiani e la guerra all'Isis
Società | 18 novembre 2015

A meno di una settimana dagli attentati di venerdì sera a
Parigi, rivendicati dall’Isis, l’Istituto Demopolis ha analizzato le reazioni
dell’opinione pubblica italiana su quanto accaduto nella capitale francese.
Appena un quarto degli intervistati afferma di non temere un attacco nel nostro
Paese; il 47% degli italiani si dichiara preoccupato, pur ritenendo improbabile
che possa accadere nel luogo in cui vive. Il 18% esprime invece il timore di un
attentato nella propria città: una percentuale, quest’ultima, che cresce
significativamente nelle aree metropolitane e raggiunge il 48% a Roma, 30 punti
sopra la media nazionale.
“Nonostante i diffusi timori – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – solo il 19% condivide l’ipotesi di un rinvio dell’imminente Giubileo per ridurre i rischi nella Capitale. Contrari ad un rinvio del grande evento voluto da Papa Francesco si dichiarano 7 italiani su 10, convinti che si tratterebbe di un cedimento alla paura”.
Se la maggioranza assoluta degli italiani ritiene di non cambiare le proprie abitudini dopo quanto è accaduto a Parigi, ampi segmenti di cittadini ammettono invece di poter essere condizionati: il 40% potrebbe limitare le proprie scelte o modalità di viaggio, il 23% potrebbe pensarci prima di partecipare ad un grande evento di massa.
L’opinione pubblica appare perplessa e piuttosto critica sull’intervento militare in Siria contro l’IS, voluto dal Presidente francese Hollande, che ha chiesto un pieno coinvolgimento dei Paesi europei nella guerra all’IS. “È una richiesta – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – che fa discutere l’opinione pubblica italiana. Appena il 10% ritiene giusto intervenire subito, militarmente, accanto alla Francia; meno di un terzo condividerebbe l’intervento del nostro Paese soltanto se nell’ambito di una coalizione internazionale guidata dalle Nazioni Unite. Di parere opposto, decisamente contraria – prosegue Pietro Vento – appare la maggioranza assoluta (57%) degli italiani: il 37% ritiene che un intervento militare non servirebbe e risulterebbe anzi controproducente, come nel caso della Libia e, prima ancora, dell’Iraq. Per il 20% rischierebbe di esporre il nostro Pase a ritorsioni ed attentati”.
La contrarietà complessiva alla partecipazione dell’Italia ad un intervento militare, rilevata dal sondaggio dell’Istituto Demopolis per il programma Otto e Mezzo, raggiunge il 57%, con significative differenze in base alla collocazione politica degli intervistati. Si dichiara contrario l’81% degli elettori del Movimento 5 Stelle ed il 60% di chi vota Partito Democratico. Molto più bassa appare la contrarietà degli elettori di Forza Italia e Lega, che si dichiarano favorevoli ad un intervento militare.
Nota informativa - Il sondaggio è stato condotto dal 16 al 17 novembre dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento su un campione di 1.000 intervistati rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Coordinamento di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone; supervisione della rilevazione con metodologia cati-cawi di Marco E. Tabacchi. Metodologia ed approfondimenti su: www.demopolis.it
Per eventuali rilanci TW: #Demopolis @Pietro_Vento
“Nonostante i diffusi timori – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – solo il 19% condivide l’ipotesi di un rinvio dell’imminente Giubileo per ridurre i rischi nella Capitale. Contrari ad un rinvio del grande evento voluto da Papa Francesco si dichiarano 7 italiani su 10, convinti che si tratterebbe di un cedimento alla paura”.
Se la maggioranza assoluta degli italiani ritiene di non cambiare le proprie abitudini dopo quanto è accaduto a Parigi, ampi segmenti di cittadini ammettono invece di poter essere condizionati: il 40% potrebbe limitare le proprie scelte o modalità di viaggio, il 23% potrebbe pensarci prima di partecipare ad un grande evento di massa.
L’opinione pubblica appare perplessa e piuttosto critica sull’intervento militare in Siria contro l’IS, voluto dal Presidente francese Hollande, che ha chiesto un pieno coinvolgimento dei Paesi europei nella guerra all’IS. “È una richiesta – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – che fa discutere l’opinione pubblica italiana. Appena il 10% ritiene giusto intervenire subito, militarmente, accanto alla Francia; meno di un terzo condividerebbe l’intervento del nostro Paese soltanto se nell’ambito di una coalizione internazionale guidata dalle Nazioni Unite. Di parere opposto, decisamente contraria – prosegue Pietro Vento – appare la maggioranza assoluta (57%) degli italiani: il 37% ritiene che un intervento militare non servirebbe e risulterebbe anzi controproducente, come nel caso della Libia e, prima ancora, dell’Iraq. Per il 20% rischierebbe di esporre il nostro Pase a ritorsioni ed attentati”.
La contrarietà complessiva alla partecipazione dell’Italia ad un intervento militare, rilevata dal sondaggio dell’Istituto Demopolis per il programma Otto e Mezzo, raggiunge il 57%, con significative differenze in base alla collocazione politica degli intervistati. Si dichiara contrario l’81% degli elettori del Movimento 5 Stelle ed il 60% di chi vota Partito Democratico. Molto più bassa appare la contrarietà degli elettori di Forza Italia e Lega, che si dichiarano favorevoli ad un intervento militare.
Nota informativa - Il sondaggio è stato condotto dal 16 al 17 novembre dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento su un campione di 1.000 intervistati rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Coordinamento di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone; supervisione della rilevazione con metodologia cati-cawi di Marco E. Tabacchi. Metodologia ed approfondimenti su: www.demopolis.it
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