Lina Di Stefano, il rigore, il sorriso e la passione dell’archeologia

Non era una Penelope in attesa, ma un Ulisse instancabile, in continuo movimento. L’hanno testimoniato la sua vita, i suoi studi, il lavoro vissuto come missione ma col sorriso sulle labbra. Lina Di Stefano, scomparsa nel 2012 – già Soprintendente dei Beni Culturali di Palermo, direttore della sezione archeologica del capoluogo siciliano e del museo Antonio Salinas – ha lasciato un segno profondo nella scoperta, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. Archeologa sul campo ben prima e ben più che dietro la scrivania, Di Stefano ha fatto la differenza, da protagonista, nella ricerca archeologica nella Sicilia occidentale e in particolare a Marsala, Mozia, Palermo e Solunto. I suoi amici, ammiratori e collaboratori le hanno voluto tendere omaggio con un libro collettivo, “Se cerchi la tua strada verso Itaca… Omaggio a Lina Di Stefano” (453 pagine, 75 euro), edito da Scienze e Lettere, in un volume di pregio arricchito, oltre che da numerosi interventi, anche da immagini di reperti, planimetrie, liste bibliografiche e un bell’apparato fotografico, anche di immagini private della studiosa.
Nobiltà
d’animo, rigore professionale, curiosità scientifica esperienza
sul campo hanno fatto di Lina Di Stefano, che si era formata alla
scuola di Achille Adriani e di Ranuccio Bianchi Bandinelli, e che poi
tanto imparò da Alberto Bombace, un riferimento totale per chi
faceva e fa il suo mestiere. Giovanissima nelle campagne di scavo
degli anni Sessanta o già affermata, con ruoli istituzionali, nel
corso degli anni Novanta, Di Stefano non ha mai smarrito, tenendoli
come stella polare, il rigore e il sorriso. Lo stesso vale per chi ne
ha seguito l’esempio. Lo testimoniano, infatti, le decine di
appassionati contributi che costituiscono l’ossatura portante di
“Se cerchi la tua strada verso Itaca…”, uno sguardo d’insieme
sull’archeologia in Sicilia, scandagliata nei suoi tanti angoli e
nelle diverse epoche, in reperti e monumenti, in atmosfere. Dalla
lettura del volume – un’occasione per quanti hanno conosciuto,
come pure per chi si accosta per la prima volta alla sua figura –
emergono forti l’onestà intellettuale, la dignità umana,
l’appassionata vitalità e dedizione al lavoro di una vita. Un
modello, in qualsiasi campo si viva, si giochi, si lavori.
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