Paasilinna difende i diritti umani con una fiaba ironica

Forse solo il britannico Howard Jacobson – che in Italia hanno lanciato le edizioni Cargo e ha fatto capolino anche nel catalogo Bompiani – è scrittore di spessore letterario e, al contempo, gusto totale per l'ironia al pari del finlandese Arto Paasilinna. Paasilinna, in Italia, è quasi sinonimo delle edizioni Iperborea, che hanno scommesso su di lui, pubblicato più di una decina di suoi romanzi e non smettono di farlo, perché c'è uno zoccolo duro di lettori che si è cementato nell'ultimo ventennio. L'ultima sua prova si regge, come quasi tuttele le sue precedenti, sul filo del grottesco, è un romanzo caustico e spassoso, “Il liberatore dei popoli oppressi” (305 pagine, 17,50 euro) – tradotto da Francesco Felici – in cui l’ex guardaboschi nato in Lapponia, Paasilinna, sprigiona l’inesauribile fantasia di cui è in possesso. È un libro scritto nella sua edizione originale esattamente trent'anni fa, ma che mantiene intatta la sua freschezza, e ha l'obiettivo di schierarsi contro violenza e corruzione, e di parlare della difesa dei diritti umani, con toni fiabeschi e ironici, attraverso figure bislacche.
Aiutare dissidenti e prigionieri politici di tutto il mondo è l'obiettivo di Viljo Surunen e Anneli Immonen, lui glottologo, lei maestra di musica, protagonisti de “Il liberatore dei popoli oppressi”. Fanno coppia nella vita e si mobilitano – siamo negli anni Ottanta – attraverso petizioni e lettere spedite a dittatori di varie latitudini. Quando si accorgono di fare buchi nell'acqua, passano all'azione. Il glottologo in particolare, attraverso incredibili e spassose disavventure (che lo conducono dall'America centrale, all'Europa dell'est, tra prigioni, baraccopoli e regimi contigui all'Urss, come quello dell'inesistente ma verosimile Delatoslavia) diventa una specie di eroe per il quale è impossibile non parteggiare, naturalmente improbabile e sui generis, come molti dei personaggi della vasta opera dello scrittore finnico. Qualche esempio anche nell'ultimo romanzo? Da segnalare senz'altro un giornalista alcolizzato e un pinguinista russo.
Paasilinna
non smette mai di essere originale e di avere uno sguardo fuori dal comune sul
mondo. Osservatore disincantato e dissacrante, merita attenzione e complicità
da parte del lettore.
Ultimi articoli
Le ombre che avvolgono
il delitto Dalla ChiesaDi taser si può anche morire
Teatro Grifeo di Petralia, una storia lunga 163 anni
Raia, primo delitto
politico-mafioso
del dopoguerraCosta, storia e morte
di un procuratore «rosso»Giustizia riformata, Costituzione demolita
Il racconto di Brusca sugli orrori
Femminicidi, la svolta e le nuove tutele
Rocco Chinnici, il padre
del pool antimafiaIl fenomeno Trump, l’immagine al potere