Pantelleria come i Nebrodi, attenti alla mafia dei boschi
A Pantelleria, bruciati oltre 800 ettari di bosco. La “Perla Nera del Mediterraneo” spogliata del suo secolare manto verde, non per un’eruzione, ma per mano umana. Non è difficile intuire le menti ispiratrici di tale misfatto ambientale, economico, sociale e culturale: sono coloro che si oppongono all’istituzione di un Parco nazionale, volano di uno sviluppo ecocompatibile, temendone i vincoli e le opportunità contrari ai propri interessi speculativi. Oggi nei Parchi siciliani, da quello dei Nebrodi a l costituendo pantesco, si gioca una partita per il controllo democratico dei territori e la loro crescita economica e civile.
Il Centro La Torre, sostenitore di un
modello di sviluppo qualitativo del Meridione che esclude ogni forma
di illegalità , esprime la sua solidarietà ai panteschi e alla loro
amministrazione comunale sostenitrice del Parco. Ricorda loro, come
anni fa, la lotta dei produttori viticoli per la denominazione
geografica controllata e poi garantita del vino passito dell’isola
abbia avuto successo e abbia assicurato la crescita economica contro
coloro che agitavano i vincoli produttivi come uno spauracchio
terribile. Sono stati smentiti dai fatti e dall’affermazione
qualitativa della produzione agricola dell’Isola.
Ultimi articoli
La Sicilia nei nuovi scenari militari
Femminicidi, qualche ragionevole proposta
L’8 luglio dei ragazzi
che cercavano la libertàLo Monaco, la mafia
braccio armato
della classe dirigenteLa Sicilia cuore della lotta per la pace
Decreto sicurezza, il volto repressivo dello Stato
Brusca e gli altri, l’apporto prezioso dei pentiti
Caritas, cresce la povertà nel paese reale
Miceli alla procuratrice
minacciata: "Suo lavoro
sottrae ragazzi alla mafia"Stipendi bassi e i giovani laureati vanno via