Purgatorio, libertà e memoria verso oblio e dittatura

In Italia Tomás Eloy Martínez rischiava di restare
relegato in alcune meritorie, ma fuori catalogo, edizioni dei suoi libri
targati Guanda, relegate nelle sezioni remainders dei bookshop on line. Ci
hanno pensato le edizioni Sur a rivitalizzarne la presenza nelle librerie
italiane, prima con il suo libro più noto e tradotto, “Santa Evita”, e adesso
con “Purgatorio” (273 pagine, 15 euro), ultimo dei suoi titoli.
Può una donna incontrare il proprio sposo defunto a
distanza di decenni? In un bel romanzo, in una storia di terrore e speranza sì,
naturalmente. È quello che accade in “Purgatorio” (curato da Francesca
Lazzarato), romanzo fantastico eppure storico, romanzo di memoria contro
l'oblio, di scrittura come atto di libertà, con alcuni elementi autobiografici
(uno scrittore che lotta con una malattia terminale). In cinque lunghi capitoli
introdotti da versi della seconda cantica dantesca, Martínez imbastisce una storia d'amore e di
fantasmi. Nella saletta riservata di un locale nel New Jersey, Emilia Dupuy – figlia
di uno dei sostenitori della ditatura militare – incontra Simòn Cardoso, il
marito scomparso trent'anni prima, nell'aprile 1976, dopo un pranzo in cui
aveva criticato il regime, in presenza del presidente, ribattezzato Anguilla (dietro
cui si cela il generale Videla). Per lui il tempo non è passato, lo dimostrano
l'aspetto e gli abiti. È uno dei tanti desaparecidos, e la stessa Emilia – che
invece ha essant'anni e li dimostra tutti – incarna l'Argentina all'oscuro di
tutto, ingannata. L'andirivieni temporale del romanzo – scritto sia in terza
che in prima persona, perché l'autore diventa personaggio e scrive il romanzo
che il lettore legge – oscilla tra il privato della coppia e il pubblico della
storia di un paese dilaniato dall'assenza di libertà, da scomparse, torture,
punizioni per le quali basta appena un sospetto.
Nelle sue mille vite Tomás Eloy Martínez, morto cinque anni fa, era stato correttore di bozze, citico cinematografico, sceneggiatore, editorialista e romanziere. Il suo “Purgatorio” è un libro da consigliare a chi ama letteratura e cinema, filosofia e musica pop, di cui è intriso, con riferimenti più o meno velati, a cominciare da Dante, il più scontato, ma anche Maugham, Kafka, Borges, Flaubert ed Emily Brontë.
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