SiciliaInformazioni chiude, facciamolo riaprire
Salvatore Parlagreco è legato al Centro studi Pio La Torre da un'antica e solida amicizia che negli ultimi anni mi ha portato anche ad occasioni di collaborazione con Sicilia Informazioni, con un rapporto connotato dall'assoluta libertà di espressione. Per quanto mi riguarda personalmente, ho avuto contezza, attraverso il costante contatto con lui, delle crescenti difficoltà economiche della sua creatura editoriale che da qualche mese gestiva ormai praticamente da solo. Nelle settimane che ci stanno alle spalle si è anche tentato di dargli una mano, di contribuire all'individuazione di una soluzione che consentisse a questa voce d'informazione libera di continuare a vivere, ma purtroppo non sono emerse soluzioni .
La chiusura di un quotidiano è sempre un evento triste, specie in periodo di fake news e post verità; ma in questa vicenda c'è qualcosa di ancor più doloroso. Sicilia Informazioni- ben dodici anni fa- è stato il primo giornale informatico dell'isola: un esperimento nuovo e coraggioso pensato, promosso e gestito da un intellettuale e giornalista molto conosciuto e stimato che- cosa tutt'altro che secondaria- aveva deciso di rischiare di tasca propria per mantenere la propria indipendenza. Il quotidiano in questi anni è stato uno dei punti di riferimento dell'opinione democratica siciliana e la sua diffusione, che è rimasta alta sino alla fine a dispetto dei guai economici, lo testimonia.
Che fare ora? Non sono in grado di affermare se esiste-oggi- una maniera per ridare voce a Sicilia Informazione; so per certo, tuttavia, che l'opinione pubblica siciliana da sabato 13 ottobre è più povera perché è venuta meno una voce libera ed autorevole. So che Salvatore farebbe di tutto per individuare qualsiasi possibilità di far tornare in rete Sicilia Informazioni, soprattutto se avvertisse attorno a sé solidarietà invece che indifferenza, o peggio diffidenza. Mi permetto, perciò, di suggerire a quanti credono nel ruolo dei media e della libertà di stampa di non girarsi dall'altra parte, di dedicare un attimo del loro tempo a immaginare una soluzione che possa impedire la chiusura definitiva del quotidiano. Lo dobbiamo alla storia ed alla professionalità di Parlagreco, ma lo dobbiamo soprattutto alla Sicilia.
Ultimi articoli
Femminicidi, qualche ragionevole proposta
L’8 luglio dei ragazzi
che cercavano la libertàLo Monaco, la mafia
braccio armato
della classe dirigenteLa Sicilia cuore della lotta per la pace
Decreto sicurezza, il volto repressivo dello Stato
Brusca e gli altri, l’apporto prezioso dei pentiti
Caritas, cresce la povertà nel paese reale
Miceli alla procuratrice
minacciata: "Suo lavoro
sottrae ragazzi alla mafia"Stipendi bassi e i giovani laureati vanno via
Referendum in archivio, democrazia debole