Una nave italiana pattuglierà il mare in cerca di vite da salvare

Parte da Augusta, in Sicilia, la sfida di associazioni e ong a Matteo Salvini. E’ salpata la notte scorsa, ed è già in acque internazionali, la nave Mediterranea, un ex rimorchiatore battente bandiera italiana che da oggi sarà una nuova voce nel Mediterraneo centrale, «dove ora vige il silenzio voluto dalle scellerate politiche dell’Italia e dell’Europa». L’obiettivo, spiegano i promotori dell’iniziativa, è quello di «testimoniare e denunciare le condizioni dei flussi migratori» ma «siamo pronti anche a salvare vite umane se servirà». Immediata arriva la replica di Salvini che avverte:
"Fate quello che volete, prendete il pedalò, io sono
democratico, andate in Tunisia, Libia o Egitto, ma in Italia
nisba». Il ministro dell’Interno apostrofa l’imbarcazione
definendola una «nave di scalcagnati dei centri sociali che va a
prendere tre merluzzetti».
Ma, a bordo di quella nave, non ci sono solo volontari ed
esperti, ma anche rappresentanti delle istituzioni, come il
deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto, e del mondo
della cultura, come la scrittrice Elena Stancanelli. «La nostra
- spiegano i promotori durante la conferenza stampa a Roma - è
un’azione di disobbedienza morale e di profonda obbedienza
civile. Disobbediremo sempre a questa xenofobia ma obbediremo
sempre alla Costituzione, al diritto internazionale e alle leggi
del mare». La missione opererà al largo delle coste libiche e
durerà, in tutto, un paio di mesi. Una nave di 37 metri con
bandiera italiana, attrezzata anche per il soccorso. «Opereremo
sempre nel rispetto delle normative - assicura il board di
Mediterranea - auspichiamo che facciano altrettanto le
istituzioni».
L’iniziativa, resa possibile dal prestito concesso da Banca
Intesa ad un’associazione di volontari, renderà pubblico giorno
dopo giorno il racconto del mare attraverso il proprio sito web
(mediterranearescue.org), dove si raccolgono anche donazioni per
poter proseguire la missione. Tra i sostenitori del progetto c'è
anche il gruppo «I Corpi», nato dall’idea di Sandro Veronesi e
al quale hanno aderito decine di registi, scrittori ed
intellettuali italiani, come Paolo Virzì, Gabriele Muccino o
Alessandro Bergonzoni. «C'è da salvare l’onore del nostro popolo
e del nostro Paese disonorato dalla scelleratezza di contraddire
una delle leggi naturali del Mediterraneo - spiega Veronesi -,
un mare che uccide se non si danno garanzie di soccorrere chi ha
bisogno». Da oggi, in quel mare, ci sarà un nuovo faro per
illuminare un buio fin troppo letale.
Migliaia scendono in piazza per Acquarius
«Date una nuova bandiera per far tornare a navigare la nave Aquarius": è l’appello che da 67 città europee, tra cui l’italiana Palermo, migliaia di persone
hanno rivolto ai governi del Vecchio Continente. Un’onda
arancione di manifestanti vestiti con il colore dei giubbetti di
salvataggio in mare, chiamati in piazza dalla ong Sos
Mediterranée. L’organizzazione non governativa, insieme a Medici
senza frontiere, opera sull'imbarcazione impegnata fino a pochi
giorni fa nel soccorso ai migranti al largo della Libia e ora
costretta a rimanere bloccata a Marsiglia.
L’Aquarius, rimasta per diverso tempo l’unica nave gestita da
ong attiva nel Mediterraneo, è approdata giovedì scorso nello
scalo nel sud della Francia, il suo porto d’origine, dopo
l'ultima operazione che ha portato al salvataggio di 58 persone,
trasferite a Malta per essere ridistribuite tra Francia,
Germania, Spagna e Portogallo. Ora la nave non potrà più
muoversi dalla città francese, dopo che le autorità di Panama
hanno deciso il 23 settembre di toglierle la bandiera.
Proprio a Marsiglia, la sede di Sos Mediterranée è stata
bersaglio di un blitz dell’estrema destra venerdì, quando una
ventina di militanti del gruppo Generation Identitaire ha fatto
irruzione negli uffici, costringendo il personale a uscire e
esponendo uno striscione. La città ha risposto con una delle
manifestazioni di piazza più partecipate tra quelle della
giornata: diverse migliaia le persone scese in piazza nel Vieux
Port con le magliette arancioni, a giudicare dalle immagini
veicolate sui social network. Addirittura trentamila secondo gli
organizzatori.
Ma centinaia di persone hanno partecipato a presidi anche a
Parigi, Bruxelles, Madrid, Berlino, Palermo, dove è sceso in
piazza anche il sindaco Leoluca Orlando. Ovunque sono stati
srotolati striscioni e cartelli con appelli per «salvare
l'Aquarius». A Tolosa, i manifestanti hanno dispiegato al suolo
una lunghissima lista di nomi: le migliaia di morti annegati nel
Mediterraneo. Ovunque, la stessa richiesta agli Stati europei:
adottare le misure necessarie per far riprendere il mare
all’imbarcazione, che secondo l’ong avrebbe salvato quasi 30
mila persone in 230 operazioni di soccorso. Lo stesso appello
contenuto in una petizione online pubblicata da Sos Mediterranée
sul sito WeMove.Eu e che ha già superato le 200.000
adesioni.
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