Una strada a Bagheria in nome del maresciallo Filippo Salvi
Società | 18 gennaio 2023

Il colonnello del ROS dei Carabinieri Lucio Arcidiano, l'uomo che ha catturato Matteo Messina Denaro, ha dedicato la complessa azione investigativa che ha posto fine alla trentennale latitanza del capo mafia di Castelvetrano al maresciallo Filippo Salvi. Salvi era un giovane sottufficiale dell'Arma che il 12 luglio 2007 fa perse la vita precipitando in un dirupo nel corso di un appostamento finalizzato ad individuare il rifugio del latitante. Salvi era originario di Botta di Sedrina un paesino della val Brembana in provincia di Bergamo. Morì a 36 anni mentre piazzava una telecamera su un ripidissimo pendio sulla montagna che sovrasta Aspra e Mongerbino. In occasione dell'anniversario della scomparsa il paese di origine gli ha dedicato una strada. In Sicilia ad oggi non vi è alcuna traccia di quell'episodio, tranne quella scoperta da un gruppo di appassionati di escursioni sui sentieri delle montagne attorno a Palermo coordinato da Salvatore Lo Balbo, che fu negli anni '80- quelli della sanguinosa seconda guerra di mafia- segretario della Camera del Lavoro di Bagheria e successivamente è stato per molti anni segretario nazionale della Fillea Cgil. Il sacrificio è infatti ricordato da una piccola croce sormontata dalla bandiera italiana lungo uno stupendo sentiero di trekking sul monte Catalfano. Sarebbe un segno importante se anche la nostra isola ricordasse il sacrificio del maresciallo Salvi e dei tanti carabinieri, poliziotti, finanzieri, rappresentanti delle forze dell'ordine caduti nella lunga caccia ai maggiori latitanti di mafia. Sarebbe perciò opportuno e necessario che il comune di Bagheria, nel cui territorio si trova la piccola croce posta a ricordo del tragico evento, decidesse formalmente di dedicare una via o una piazza al maresciallo Filippo Salvi, la cui morte nell'adempimento del dovere ha contribuito all'arresto dell'ultimo esponente della cupola della mafia stragista.
Franco Garufi
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