Festa della Repubblica, presidio di libertà
Società | 3 giugno 2025
Esattamente 79 anni addietro il 2 giugno 1946, la popolazione italiana, dopo anni di guerra, disagi e distruzioni di ogni genere, affrontava il referendum popolare per scegliere la forma da dare allo Stato. Monarchia o Repubblica ? “SI”, il popolo ha scelto la Repubblica con un consenso di oltre due milioni di voti in più rispetto a chi aveva scelto la monarchia. Allora fu veramente dura, per via della presenza eterogenea di movimenti di varia natura (partiti, sindacati, movimenti cittadini), in un momento in cui l’Italia si trovava dilaniata dalla guerra appena terminata. Quel referendum rappresentava un salto culturale di non poco conto, soprattutto perché chiamava al voto anche le donne che finalmente potevano esprimere tutto il loro potenziale.
Quel referendum rappresentava il punto di partenza di una società fondata su criteri di parità di genere. Le elezioni furono libere e a suffragio universale e dettero vita ad uno strumento istituzionale di pregevole fattura: la Costituzione della Repubblica; un libro meraviglioso che tutti dovremmo leggere e trasmettere ai giovani. L’assemblea costituente che aveva anche il compito di nominare i parlamentari che avrebbero costituito poi il potere legislativo. La Carta costituzionale fu soprattutto quello strumento che riuscì a costruire una barriera insormontabile con il drammatico ventennio fascista, cosicché fu possibile affacciarsi a nuove frontiere per avere cancellato tutte le vergognose leggi fasciste ed essersi riappropriati della libertà di stampa.
Qualcuno, di più fra gli anziani, riesce a vedere analogie con l’attuale momento storico-politico? Ovviamente è tutto al contrario: nel 1946 si andava a cercare la libertà, l’esercizio dei propri diritti. Oggi invece questa sciagurata maggioranza parlamentare vorrebbe ritornare a forme di governo autoritarie e autarchiche. Vedo con preoccupazione il prossimo futuro in cui sono all’esame delle commissioni parlamentari proposte di legge che tendono a limitare la libertà dei cittadini ponendo il bavaglio alla comunicazione. L’abolizione dell’abuso d’ufficio, la separazione delle carriere, la legge sulle intercettazioni, l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale per favorire colletti bianchi e mettere il giudice sotto il controllo del potere esecutivo. Ecco cosa prevedono le proposte di legge in corso di esame. Dunque è proprio qui che dobbiamo lavorare, diffondendo la cultura della legalità, diffondendo i diritti democratici, per potere vivere una vita democratica e libera nel rispetto più assoluto degli ultimi impegnandoci a diffondere la nostra carta costituzionale.
di Elio Collovà
Quel referendum rappresentava il punto di partenza di una società fondata su criteri di parità di genere. Le elezioni furono libere e a suffragio universale e dettero vita ad uno strumento istituzionale di pregevole fattura: la Costituzione della Repubblica; un libro meraviglioso che tutti dovremmo leggere e trasmettere ai giovani. L’assemblea costituente che aveva anche il compito di nominare i parlamentari che avrebbero costituito poi il potere legislativo. La Carta costituzionale fu soprattutto quello strumento che riuscì a costruire una barriera insormontabile con il drammatico ventennio fascista, cosicché fu possibile affacciarsi a nuove frontiere per avere cancellato tutte le vergognose leggi fasciste ed essersi riappropriati della libertà di stampa.
Qualcuno, di più fra gli anziani, riesce a vedere analogie con l’attuale momento storico-politico? Ovviamente è tutto al contrario: nel 1946 si andava a cercare la libertà, l’esercizio dei propri diritti. Oggi invece questa sciagurata maggioranza parlamentare vorrebbe ritornare a forme di governo autoritarie e autarchiche. Vedo con preoccupazione il prossimo futuro in cui sono all’esame delle commissioni parlamentari proposte di legge che tendono a limitare la libertà dei cittadini ponendo il bavaglio alla comunicazione. L’abolizione dell’abuso d’ufficio, la separazione delle carriere, la legge sulle intercettazioni, l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale per favorire colletti bianchi e mettere il giudice sotto il controllo del potere esecutivo. Ecco cosa prevedono le proposte di legge in corso di esame. Dunque è proprio qui che dobbiamo lavorare, diffondendo la cultura della legalità, diffondendo i diritti democratici, per potere vivere una vita democratica e libera nel rispetto più assoluto degli ultimi impegnandoci a diffondere la nostra carta costituzionale.
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