L’Intelligenza artificiale conquista i giovani

Società | 26 novembre 2025
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Il 92,5% degli adolescenti tra i 15 e i 19 anni fa ricorso all’Intelligenza Artificiale, quasi il doppio rispetto agli adulti (46,7%). Il 30,9% la usa tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana, solo il 7,5% non la utilizza mai. Per molti non è solo un supporto digitale, ma un amico e un consigliere nella vita quotidiana. Infatti, il 41,8% dei giovani intervistati ha ammesso di aver fatto ricorso a strumenti di Intelligenza Artificiale per chiedere aiuto nei momenti in cui si sentiva triste, solo o ansioso. E oltre il 42% si è rivolto all’IA per avere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro).
L’immagine di una generazione “onlife”, in cui non ci sono più confini tra mondo fisico e virtuale, è quella che emerge dalla XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia di Save the Children, dal titolo “Senza filtri”, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza (20 novembre). L’IA è parte integrante della quotidianità dei giovani. Il 38% degli intervistati afferma di guardare spesso il cellulare in presenza di amici o parenti – il fenomeno del ‘phubbing’, fusione delle parole inglesi "phone" (telefono) e "snubbing" (snobbare) – e il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Più di uno su otto è iperconnesso, cioè risponde a indicatori che rilevano un profilo di uso problematico di internet (13%) e il 47,1% è stato/a vittima di cyberbullismo, un dato in aumento dal 2018, quando le vittime erano il 31,1%. Pure le relazioni intime di ragazze e ragazzi nativi digitali e il loro rapporto con la sessualità passano anche per l’online. Il 30% ha fatto ghosting, bloccando una persona improvvisamente senza fornire spiegazioni. Il 37% dei 15-19enni trascorre tempo sui siti porno per adulti, percentuale che sale al 54,5 % nel caso dei ragazzi, rispetto al 19,1% delle ragazze. L’8,2% si collega ad app di incontri (10,7% dei ragazzi, 5,3% delle ragazze).
Con riferimento alle attività offline, un adolescente su due non ha mai visitato musei o mostre nel 2024 (oltre il 60% nel Mezzogiorno), il 21,2% non è mai andato al cinema, il 46,2% non legge libri al di là di quelli scolastici. Il 18,1% non pratica attività fisica, percentuale che sale al 29,2% nel Mezzogiorno. Solo il 47,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha fatto una gita o una vacanza di almeno una notte, in Italia o all’estero, rispetto all’81% dei giovani spagnoli e il 90% degli olandesi. È dunque una generazione sempre più “ferma”.
Relativamente alle relazioni, gli amici restano per i ragazzi e le ragazze un punto fermo: più di otto su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici (il 40% soddisfatti, il 42,5% molto soddisfatti). Pochissimi, solo l’1,6% non è per nulla soddisfatto. Positiva anche la relazione con i genitori, il 78% afferma di essere soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 73% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.
L’indagine ha indagato anche il benessere psicologico dei giovani. Meno della metà dei 15-16enni afferma di essere stato/a bene psicologicamente, (49,6%), un dato inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Spagna (60,3%), Francia (67,6%), Germania (55,9%).
Al 9% è capitato di isolarsi volontariamente anche per brevi periodi per problemi di natura psicologica, senza andare a scuola né vedere nessuno. Il 2% degli adolescenti si è isolato per oltre sei mesi (hikikomori). Quasi uno su otto ha usato psicofarmaci senza prescrizione nell’ultimo anno, con una percentuale più alta tra le ragazze (16,3%). Un gap di genere che si riscontra anche quando li si interroga sul proprio benessere psicologico: poco più di una ragazza su tre mostra di avere un buon equilibrio psicologico (34%), contro il 66% dei ragazzi, la più ampia differenza di genere rilevata tra tutti i Paesi europei (oltre 30 punti percentuali).
«L’Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi – sottolinea Raffaela Milano, direttrice del Polo ricerche di Save the Children – cerca con forza nuovi spazi di protagonismo. Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il futuro. È necessario colmare questi divari e garantire a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, viaggiare, fare sport, sperimentarsi, come loro stessi ci chiedono a gran voce».
L'indagine è stata realizzata da Csa Research su un campione nazionale per quote di giovani con età compresa tra i 15 e i 19 anni, con 800 interviste effettuate dal 25 al 28 agosto 2025, comparato con una ricerca integrativa su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 74 anni, con 1359 interviste effettuate dall’8 al 23 agosto 2025.
 di Alida Federico

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