Meli portatore sano
di giornalismo etico

Società | 23 settembre 2025
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“Come si fa a scrivere di Angelo senza piangere? Sono passati due anni e il dolore, lancinante, è sempre presente… Ci sto provando…”. Comincia così la biografia che Maria Rita Sgammeglia, moglie del giornalista Angelo Meli, intende donare agli studenti del liceo che è stato anche da loro frequentato. Per l’occasione è stato organizzato un incontro nell’aula magna dell’istituto Foscolo di Canicattì che lunedì 29 settembre alle 11:30 farà rivivere il ricordo di Anelo Meli attraverso gli interventi della dirigente scolastica Rossana Virciglio, di Gaetano Paci procuratore di Reggio Emilia e amico di Meli e di due colleghi del giornalista, Giulio Francese e Giancarlo Macaluso. Il confronto avrà come tema conduttore il “giornalismo etico” di cui Meli era un “portatore sano”.
La biografia della moglie traccia i momenti cruciali del percorso umano e dell’esperienza professionale del giornalista.
“Angelo – scrive Maria Rita Sgammeglia – nasce nel 1962 a Campobello di Licata e all’età di 5 anni si trasferisce con i suoi a Canicattì, dove i genitori comprano un bar che gestiranno insieme ai figli, piccolissimi, due maschi e una femmina.
Studente sempre brillante, Angelo inizia a lavorare al bar insieme all’amata sorellina dall'età di 6 anni, dalle 5 del mattino alle 10 di sera, fino a 25 anni quando, a seguito della morte del padre, è costretto a vendere l’attività.
Tutti lo ricordano con il thermos di caffè sulle spalle che andava a vendere al mercato ortofrutticolo.
Gioie e dolori sono passati da quel bar.
Un dolore immenso è stato la morte del fratello quindicenne, annegato in mare quando Angelo aveva solo 11 anni. Si è sempre sentito più grande della sua età, come se da allora un’immensa responsabilità si fosse attaccata alla sua persona, senza più uscirne. Già alle medie il suo sogno di sempre, scrivere in un giornale, si avvera: insieme alle altre terze classi, dà vita infatti al giornale “La Cometa” di cui diventa il più fervido redattore.
Questo ritmo scuola/lavoro-lavoro/scuola così frenetico fa sì che diventi velocissimo in tutto quel che fa: studiare, leggere, mangiare, giocare a scacchi, dormire. Gli insegnanti ci dicevano di non fare rumore in classe perché lui ogni tanto si addormentava.
Voluto bene da tutti, negli anni Ottanta gli viene conferito un premio per miglior rendimento dal sindaco pro-tempore di Canicattì; ma lui, così modesto, si è sempre vergognato di questo riconoscimento.
Angelo, persona molto determinata, vuole però uscire da questo ritmo. Ci riuscirà solo trasferendosi a Palermo per lavorare al Giornale di Sicilia, passando ad un ritmo, se si può, ancora più serrato. Non aveva perso “il vizio” di studiare lavorando sempre alacremente e con turni spaventosi e nel 2000 si laurea, primo in Sicilia, in Scienze della Comunicazione, indirizzo giornalistico.
Un cenno particolare spetta al famoso bar, di cui un nostro amico regista ha sempre detto di volere raccontare la vita.
Nato a cavallo tra gli anni 60 e 70, è stato un luogo molto particolare, centro di aggregazione per tanti sbandati e non, cittadini italiani ma anche di diverse etnie, dove Angelo impara un discreto arabo e dove gli stessi arabi trovano un porto sicuro dove raccontare la propria vita, stare insieme agli italiani e imparare reciprocamente a stare insieme in perfetta pace e accoglienza.
Sempre al bar inizia a scrivere contro la mafia e la mafia risponde con minacce e intimidazioni. Sempre lì si tengono campionati di scacchi, letture di alto livello e racconti di film, dove “i sogni di giustizia, di verità, di bisogno di coerenza”, come scrive l’amico Gaetano Paci, attuale Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, venivano fuori da tutti gli amici, amici fraterni, sempre presenti.
Questa parentesi, lunga, del bar è stata essenziale per tutti noi.
Anche la nostra classe, comunque, molto particolare, molto unita, ci ha permesso di crescere, mi fa piacere pensarlo, un po' diversi dagli altri. E si è visto nel tempo con la qualità delle attività svolte ad oggi da ognuno dei nostri compagni di classe.
A Palermo, dopo aver lavorato per il giornale L'Ora, dal 1991 diventa redattore di economia al Giornale di Sicilia, dove, oltre alla competenza nel suo lavoro, Angelo si dimostra un vero “angelo custode” per molti colleghi e amici. Molte, tantissime dimostrazioni di affetto e stima mi sono arrivate da centinaia di persone. Ognuno conserva il ricordo di Angelo come un gentiluomo, capace di infondere serenità e sicurezza. Apparentemente rude e burbero, sapeva insegnare come tutti i professori dovrebbero fare, rimproverare ma nello stesso tempo far crescere. Angelo ti “spiegava come fare meglio la prossima volta e ti faceva riscrivere. E se riuscivi bene, gioiva per te.” (Rosamaria)
Nel 2005, l’incontro con Vito Lo Monaco, presidente del Centro studi Pio La Torre, instancabile istituzione morale della Sicilia, fa nascere la rivista “A sud d’Europa”, di cui Angelo diventa direttore responsabile, “una fonte di idee, una risorsa, un luogo di sperimentazione “(Marina). Un percorso che unisce il lavoro professionale ad "un forte impegno civile" (Vito). Molti stimati professionisti, non solo giornalisti, si avvicendano a scrivere articoli di notevole importanza. L’ultimo numero della testata da lui firmato è dedicato al “Ripudio delle mafie”.
Direttore di altre testate, “Europa & Mediterraneo”, “La Virrinedda”, Angelo si alterna anche a fare del volontariato (allo Zen di Palermo), ad insegnare (gestisce un laboratorio di scrittura all’Università di Palermo), sempre con dignità e competenza, ad accogliere con entusiasmo i ragazzini delle scuole in visita al Giornale di Sicilia.
Diventa anche consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e componente direttivo dell’Assostampa di Palermo. Nel 2012 riceve il premio “Mario Francese” e, nel 2024, il premio alla memoria “Cronista dell’Assostampa”.
Ha scritto libri e articoli per varie testate. Nel 2024 il Centro Pio La Torre istituisce il premio “Angelo Meli” rivolto alle scuole.
È stato un “vero maestro di giornalismo” (Concetto).
"Non saremo più gli stessi senza di lui" (Desirée).
“È stato un faro e continua a brillare dentro i cuori di tutti noi che abbiamo avuto la gioia e la fortuna di averlo come amico, un uomo di grandi valori che sarà sempre un esempio da seguire” (Teresa)


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