Il valore della cittadinanza attiva attraverso il gusto della condivisione   
         
 

Un incontro di culture capace di comporre un mosaico di colori, profumi e sapori che portano lontano. Nella cornice del parco Uditore si è tenuta la "Festa dell'integrazione e della cooperazione" con gli studenti dei licei scientifico e classico "Vittorio Emanuele" e artistico "Vincenzo Ragusa e Otama Kiyohara". Un momento che fa parte del progetto “Cooperazione e integrazione” (CO4YOU) finanziato dall’Agenzia italiana per la gioventù, promosso nell’ambito del programma “Erasmus Plus” dal Centro Studi Pio La Torre insieme con i suoi partner europei - Association for Sustainable Development Sfera International Bitola (Repubblica della Macedonia del Nord), Crossing Borders (Danimarca) e Fundacio Privada Ficat (Spagna) – per stimolare e sviluppare percorsi di cittadinanza attiva europea dei giovani appartenenti alle comunità di immigrati stabilmente stanziate nei diversi paesi partner. La festa, promossa anche grazie al sostegno dell’Otto per mille valdese, ha celebrato uno di quei rari momenti di vera condivisione attraverso una narrazione che ha parlato di cittadinanza, cultura e tradizioni culinarie, vissuta con tutti i sensi.
Piene di esperienza politica le testimonianze di Biijou Nzirirane e di Ibrahima Kobena, rispettivamente referente dell’immigrazione della Cgil e presidente della Consulta delle culture del Comune di Palermo, così come portatrice del valore della condivisione quella di Delegué Ujjlog, dell’Università di Daloa. 
Giovane e capace di catturare il pubblico presente la narrazione di Antonio Donne, partecipante al progetto “Cooperation for Youth Integration”. Altrettanto ricche di valori le testimonianze di Shaw Alusine, della Fondazione Ficat, e di Andrea Buscemi, ognuno con un proprio modo di declinare il tema della giornata offrendo un quadro quanto più composito agli studenti e alle studentesse presenti. 
Un vero e proprio viaggio a più voci anche nei sapori e nei colori provenienti dalla Costa d'Avorio con il cous cous di Abibata Konate (Mamma Africa), il riso fritto con cocco portato dalla Nigeria da Osas (Donne di Benincity) e il profumato mafè del Senegal di Kirolos Bebawy (Associazione Kirmal). Profumi, sapori unici e irripetibili. 
«Non è così scontato che tanti giovani rimangano attenti e concentrati per così tanto tempo ad ascoltare storie di persone e di luoghi a loro sconosciuti», afferma Loredana Introini, presidente del Centro Studi Pio la Torre. «Proprio questo è, invece, accaduto in questa giornata di festa, pensata come ulteriore tappa di un progetto che ha avvicinato partner con contesti culturali differenti tra di loro. Ognuno dei paesi coinvolti ha sviluppato analoghe iniziative, portando e condividendo valori. Un altro importante momento è stato quello della relazione tra le associazioni coinvolte che ha fatto conoscere e apprezzare le best practice degli altri.  Un’esperienza umana di condivisione e di crescita che abbiamo trasmesso ai ragazzi, come quelli che a Palermo hanno condiviso anche la loro voglia di essere nel mondo».
Parole per nulla lasciate andare al vento, ma utilizzate consapevolmente dai giovani per costruire percorsi di vera cittadinanza attiva. Una pratica peraltro già attuata dal Centro Studi Pio La Torre attraverso tutti gli istituti scolastici che fanno capo alla rete di scuole con cui da anni porta avanti progetti di cultura anti-mafia, come quello educativo, e contro la violenza.
Uno di quegli interventi che rendono orgogliosi di averlo pensato con la consapevolezza che si tratta solo di una tappa iniziale di costruzione di percorsi capaci di portare lontano. 
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