Lo Monaco, cittadino onorario “contro la mafia e per il riscatto della Sicilia”

Società | 4 novembre 2025
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Un riconoscimento per il suo “instancabile e coraggioso impegno profuso nella battaglia per il riscatto della Sicilia dal gioco mafioso attraverso la costante promozione della cultura, della legalità e dei valori democratici, spesso tra le nuove generazioni”.
Questa la motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria di Altavilla Milicia a Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro studi Pio la Torre. È stata un’occasione per rendere un normale pomeriggio di novembre in un momento importante di un impegno assunto dall’intera comunità. Altavilla è, infatti, uno dei comuni protagonisti della “Marcia antimafia Bagheria Casteldaccia”, che il 26 febbraio del 2026 celebrerà la sua quarantatreesima edizione.
“Mi piace sottolineare questo momento – dice il sindaco di Altavilla, Pino Virga – in cui la responsabilità nella diffusione della cultura della legalità significa ripudio della cultura mafiosa. Oggi, qui presenti, ci sono le forze dell'ordine perché la lotta alla mafia si sviluppa su due fronti: quello del contrasto alla criminalità e l’altro della spinta culturale, con l’impegno per la formazione di nuove generazioni che possano scoprire anche il gusto, il piacere, la pienezza della libertà, della cultura, della legalità. Vito Lo Monaco, in questo, è impegnato quotidianamente, anche come organizzatore, insieme a tante altre figure, della marcia antimafia, che si snoda lungo la strada che un tempo era la via di fuga dei killer quando anche per le strade di Altavilla si sparava, quando Altavilla era uno dei vertici del triangolo della morte. Strada che oggi vede sfilare tanti giovani, generazioni di studenti, di amministratori, professionisti, intellettuali, per i quali la speranza oggi è altro”.
Un catalizzatore di energie, di valori, di impegno concreto, attivo. Vito Lo Monaco da anni guarda soprattutto ai giovani.
“Oggi faccio il padre nobile di un’organizzazione alla quale ho dato tutta la mia capacità di iniziativa, la mia competenza politica, organizzativa e culturale – sottolinea il presidente emerito del Centro Pio La Torre – che, però, si è sempre nutrita ed è cresciuta grazie all’impegno di tanti. Oggi non posso non ricordare che quel “triangolo della morte” degli anni Ottanta oggi è per noi il “triangolo della vita”. Definizione espressa e da noi accolta tre anni fa da un alunno della scuola elementare di Altavilla, che concludeva insieme agli altri ragazzi la marcia. Facciamo concludere la marcia sempre ai giovani, ai quali passiamo il testimone incoraggiando questa attività nelle scuole. La prossima settimana incontreremo tutti i dirigenti scolastici e i rappresentanti della legalità delle scuole del territorio, insieme ai quali coordineremo la prossima marcia del 26 febbraio 2026.
Cos’è cambiato in questi anni? Come si è passati dal “triangolo della morte” al “triangolo della vita”?
“Il Centro Pio La Torre ha fatto da stimolo – prosegue Vito Lo Monaco – ma, grazie al lavoro delle forze dell'ordine, le mafie sono cambiate, anche se non sono scomparse. Corrompono di più, comunque sparano di meno. Ovviamente non può servire soltanto l'azione repressiva delle forze dell’ordine e della giustizia, occorre un'azione preventiva che spetta alle amministrazioni comunali, ai rappresentanti popolari impegnati su questo fronte, alle scuole, alle associazioni sindacali e culturali. Noi stiamo lavorando in tal senso anche attraverso il nostro “Progetto educativo antimafia”, giunto alla ventesima edizione. Abbiamo tenuto giorni fa la prima videoconferenza, con oltre 180 scuole collegate da tutta Italia, con le quali manteniamo un rapporto durante il resto dell’anno e non solo. Anche se per loro non è sempre facile comprendere il linguaggio adottato, ci seguono e ci fanno credere che a loro va passato il testimone. Noi abbiamo l'energia sufficiente per cancellare dal futuro dei giovani la resistenza delle mafie. Anche per questo mi sento onorato da questo riconoscimento, perché premia la volontà, la partecipazione, la difesa della democrazia del nostro Paese”.
 di Gilda Sciortino

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