Verità sull'omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida   
         
 
Il gup di Palermo, Alfredo Montalto, ha ammesso la richiesta di costituzione di parte civile del Ministero degli a interni, della Presidenza del Consiglio dei ministri, della Regione Siciliana, del Comune di Palermo nel procedimento penale per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie. Ammessi inoltre il Centro Pio La Torre (difeso dagli avvocati Francesco Cutraro ed Ettore Barcellona) e Libera. Il gup ha accolto l’istanza dei familiari di Nino Agostino - il poliziotto ucciso il 5 agosto 1990 assieme alla moglie Ida Castelluccio - tra cui il padre Vincenzo, presente in udienza, difeso da Fabio Repici, che si celebra nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Escluse altre istanze tra cui quelle di alcuni nipoti. L’accusa - rappresentata dai sostituti pg Umberto De Giglio e Nico Gozzo - ha comunicato il deposito di ulteriore attività integrativa di indagine.
Imputati, 31 anni dopo i fatti, con l’accusa di duplice omicidio i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto, amico del poliziotto assassinato, a cui l’accusa contesta il favoreggiamento aggravato. L’udienza è stata rinviata al 15 ottobre per interloquire sulle richieste della procura generale e delle parti civili, poi il gup scioglierà la riserva.
“Abbiamo scelto di costituirci parte civile perché il delitto Agostino è un delitto politico - mafioso nel quale sembrano coinvolti uomini degli apparati dello Stato - spiega il presidente del Centro studi, Vito Lo Monaco - l'obiettivo è fare piena luce e rendere trasparente la nostra democrazia oltre che chiedere giustizia per un onesto servitore dello Stato”. “Non possiamo non essere presenti - ha detto Ettore Barcellona, legale del Centro Pio La Torre - ci auguriamo che dopo 31 anni si faccia veramente luce sugli autori materiali e i favoreggiatori. Tra indagini e depistaggi non abbiamo mai potuto capire il perchè di quest'omicidio. Speriamo sia ora”.
«Finalmente uno squarcio di luce sul buio che ha avvolto l’omicidio di mio figlio Nino e di mia nuora Ida. Spero che si prosegua così», ha detto Vincenzo Agostino. Il legale di Vincenzo Agostino, Fabio Repici, spiega: «L'accusa ha deposito una corposa attività integrativa di indagine, costituita da 11 faldoni. Noi non ci siamo opposti ma le difese hanno chiesto un termine per esprimersi».
«Ho appreso con molta soddisfazione dell’ammissione del Comune di Palermo come parte civile. Con questo atto continua la nostra battaglia a fianco della famiglia e che accomuna tutti i siciliani che vogliono verità su quell'orribile atto di mafia», ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
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